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Agosto!

La Gazzetta, Agosto 2000

Di tutte le possibili gelosie, ne ho una davvero ingrata, sciocca ed ingiusta. Ebbene sì: c'è qualcosa che vorrei avere ma che non potrei ottenere in alcun modo se non stravolgendo la mia cara ed amabile vita, qulacosa che fa una sostanziale differenza nel proprio essere ma che pochi possiedono.
Per quanto possiamo cercare di carpire i segreti di certi grandi scrittori, o per l'esattezza delle loro migliori narrazioni, ci manca invariabimente un ingrediente significativo: una storia. Non abbiamo alle spalle quel vissuto che parla di grandi eventi, non disponiamo della testimonianza diretta di cambiamenti radicali e di situazioni difficili, non siamo davvero interessanti se non per noi stessi, le persone che conosciamo, e qualche demoniaco succhia-anime che si accontenta di bocconi insipidi.
Che poi la gelosia che scaturisce nei confronti di chi ne dispone sia ingrata è scontato, data la fatica con la quali i nostri genitori e nonni ci hanno dato un destino tranquillo. Tanto più ingiusta, considerato che la maggior parte di quanti hanno passato vicende degne dei riflettori pagherebbero oro per essere stati al nostro posto. Infine, "sciocca", perché la sofferenza che spesso contraddistingue chi porta con sé un certo tipo di ricordi è di quel tipo che non si dimentica, e, peraltro, abbraccia spesso una infanzia negata.
Vi presento il libro che sto leggendo, dopo un paio di testi l'uno deludente ("I campi della gloria") e l'altro insufficiente a galvanizzarmi ("A room with a view"): trattasi di "Il circolo della fortuna e della felicità" di Amy Tan.
Semplice e diretto, con un taglio introspettivo oserei dire "femminile", e una vera frattura tra due generazioni alle spalle: quella di quattro madri fuggite dalla Cina negli Stati Uniti e delle rispettive figlie, cresciute nel Nuovo Mondo e del tutto estranee alla cultura materna ricca di simboli e metafore. Ben lontano dall'essere il libro migliore che abbia mai letto, vale comunque la pena di essere divorato, ha mantenuto vivo il mio interesse per tutto il tempo

Voglio essere onesto circa le mie opinioni sulla letteratura, a costo di sembrare un cinico snob... anzi, più che di opinioni si tratta di idee sparse: anzitutto, i premi letterari devono essere assegnati o da incompetenti o da prezzolati, dato che la maggior parte dei libri che ho letto e che hanno vinto premi prestigiosi sono schifosi. O sono sfortunato io, oppure... La seconda ineluttabile verità è che non ci capisco un granché, trovandomi a prestare quelli che per me sono capolavori e che mi vengono restituiti con la smorfia di chi non vuole ferire i miei sentimenti ma che pensa atrocità delle mie scelte. La conclusione è che la scelta di un buon libro finisce per essere sia personale che casuale, molto legata all'istinto. Il che sposa bene la mia leggendaria tirchieria e mi vede frequentatore dei banchetti di libri a tremila lire che trovano posto in vari mercati di Roma, rendendomi il più delle volte soddisfatto della scelta e dell'acquisto. Compro molti più di quelli che riesco a leggere, ma, per dirla come forse farebbe il Barbuto Visionario, al tempo mio capo sul lavoro, "meglio avere un libro in più che appendersi per le ....".
Il BV ha la capacità di esporre sane verità sottolineandole in modo appropriato e tautologico.

Ho inserito qualche nota sul recente viaggio a Berlino, che mi dava e mi dà da pensare. Per poter inserire qualche immagine, dovrei completare il trasferimento del sito, il che risulta molto problematico, in quanto il precedente è ormai registrato su diversi motori di ricerca... comunque, sto iniziando il trasloco "silenziosamente", presso la macchina www.rustichelli.net, non trovate che sia semplice da ricordare e digitare?

Il breve addendum riguarda un importante avviso ai naviganti: mai, mai, mai cucinare per la festa di una donna che ha problemi di relazioni social-culinarie ("e se non dò loro niente da mangiare?", "non sta bene", "oddio, poi che figura ci faccio?"). Invitati previsti: circa trenta. Invitati presentatisi: circa quindici, dei quali tre o quattro avevano già cenato. Materiale:

2 chili di risosottaceti varifunghetti sott'olio
2 chili di pasta12 uovavasca media di champignon
30 sottilette2.7 chili di petti di polloburro
olio Cuore, per sfondarsi il fegatocrack di gamberivari cornetti
1 crostatanoccioline salatenoccioline col guscio
insalata per la carica dei Seicentoradicchioaglio
frutta di stagioneolivefriggitrice nuova
chicchi di maisvinobevande
2 chili di S. Marzano1 chilo di pizzetteuvetta


Io cercavo di difendermi strenuamente: "Ma è troppa roba! Ma chi la mangia? Ma che fai? Pure quelli?"... non c'è stato niente da fare, la frase lapidaria: "ormai abbiamo una certa età" mi ha ricordato che donne e uomini parlano lingue diverse; soprattutto le donne cambiano lingua a seconda di un complicato meccanismo a rotazione che permette loro di esprimere opinioni sempre diverse sullo stesso fatto. Un principio che sarebbe molto interessante applicare al campo della crittografia, nel quale il perfetto generatore di numeri casuali viene cercato da tempo.
A malapena, dopo che gli ospiti, stramazzati a causa del complesso riso-pasta-pizzette-spizzichi, hanno chiaramente fatto capire che di mangiare anche il pollo non se ne sarebbe parlato, sono riuscito ad evitare di fare la frittata di zucchine (notare che la lista di ingredienti in tabella non è esaustiva) e la seconda pasta. Il risultato, signori miei, fu un uomo distrutto dalle fatiche domestiche, uno straccio, un fantasma che deambula pronunciando frasi sconnesse estratte dai ricettari di Suor Teresa e dai consigli di Donna Letizia mentre carica il freezer di avanzi che verranno dimenticati nei suoi gelidi scomparti. "Vi prego" -furono le sue ultime parole- "non seppellitemi vicino ad un orto".

Ci sentiamo tra un mese

            Ubi

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