Capodanno 2007: Madrid

La cronaca

Sarò breve, inevitabilmente, dato che sono già tornato alla convulsa frenesia del "siamo in consegna! Siamo in consegna!" che regna perennemente in ufficio e che mi ha assalito praticamente appena sceso dall'aereo.

28 dicembre: la passeggiata

Il nostro albergo è un 4 stelle a Plaza de Espana (si chiama proprio come la piazza). Quattro stelle "regalate", come si dice da noi, ma non vorrei tediarvi con la descrizione del triste posto, che di buono aveva la dimensione assai generosa della stanza, il cucinotto e la vasca da bagno. Niente da ridire sulla dotazione in sé, ma ve lo sconsiglio.
Iniziamo con una passeggiata che doveva essere breve ma che si è trasformata in un lungo giro tra la Gran Via, Plaza Mayor, il Palazzo Reale e l'immancabile curiosare tra mille vetrine.
Plaza Mayor è invasa dalla bancarelle, esattamente come Piazza Navona. Imperversano parrucche coloratissime e parrucconi enormi da far impallidire i Simpson, apparentemente una tradizione del periodo di fine anno.

Madrid: un artista di strada travestito da Don Chichotte a Plaza Mayor
un artista di strada travestito da Don Chichotte a Plaza Mayor

In pratica, abbiamo pellegrinato per metà dei luoghi più artisticamente significativi della capitale, con gran soddisfazione: come la ricordavo, Madrid è bellissima, una delle città più equilibrate e ben pensate che conosca. Da non sottovalutare, per esempio, la scelta di incanalare molte grandi vie sotto le piazze principali, lasciando queste ai pedoni.
La Gran Via offre una sequenza interminabile di negozi, caffè, ristoranti e qualche sala per spettacoli, mentre si respira un'aria molto familiare in Calle Mayor, più stretta, anche se ancora più orientata al turista. Nel giretto riusciamo a inserire anche una puntata a "Caja Madrid", un piccolo museo che al momento esponeva opere di Dürer e Cranach. Il resto della mostra l'avremmo incontrato al Thyssen.
La prima giornata si chiude con l'esplorazione di un grande mercato di artigianato proprio in Plaza de Espana, dove -anche se a prezzi leggermente superiori a quelli tipici di Roma- abbiamo trovato una gran quantità di oggetti davvero originali e belli. Peccato non poterne portar via: quasi tutto era in ceramica o raku, oppure trattavasi di soprammobili che nessuno avrebbe saputo dove collocare, nelle nostre già stracolme dimore. Una nota anche merita l'installazione natalizia sopra l'ingresso di "El Corte Inglés" al centro, rappresentante della nota catena di supermercati.

Madrid: installazione natalizia sopra l'ingresso del Corte Inglés
sopra l'ingresso del Corte Inglés

29 dicembre: il Thyssen

I pezzi forti di Madrid, per i miei gusti, sono i musei, in particolare il Thyssen-Bornemisza e il Reina Sofia, splendenti nelle loro collezioni moderne che arrivano alla contemporaneità. Purtroppo non abbiamo avuto accesso al Reina Sofia, in cui ero già stato, perché tutti i musei sono chiusi il 31 dicembre (!!!), ed eravamo in molti a non saperlo, poveri illusi! Il secondo giorno, invece, ci rechiamo con tutta calma all'ingresso del Prado, scoprendo che la fila da entrambi gli ingressi ci avrebbe costretti a una assai lunga attesa (due ore?). Così, "Il Gatto" (gli affezionati lettori dovrebbero ormai conoscere il buffo essere che pretende di esserlo) coglie l'opportunità di saltare sopra un bus turistico a due piani di quelli rossi che circolano un po' in tutte le capitali d'Europa, della linea "Madrid Vision", soddisfacendo uno dei desideri più ardenti della propria esistenza. Il commento audio è patetico, il giretto tuttavia ci sembra rilassante e costituisce un allegro diversivo. Dal bus si può scendere e salire liberamente nell'arco della giornata (tenere il biglietto!) e poiché partono al ritmo di uno ogni quarto d'ora, difficilmente si rimane per strada: ne approfittiamo per pranzare in uno dei tanti ristoranti di nuova concezione (in questo caso il VIPS), dove si cucina un'ottima carne di manzo argentina (Tira de Tenera) che assorbe delicatamente l'aroma di una deliziosa salsa a base di pepe verde.
Si torna dunque sul bus e si completa il giro per ritrovarsi di fronte al Prado. Visitiamo qui un grande negozio per il turista, il "Objectos de Arte Toledano", dove si vende una sorprendente varietà di armi e armature (molte di queste, complete, fanno bella figura di sé come in un museo) fabbricate a Toledo e dintorni, nonché una collezione di ceramiche provenienti dalle città dove la produzione di queste è più tipica, oltre a vari altri impicci adatti al cacciatore di souvenir inutili. Nota: il meglio si trova al piano superiore.

Madrid: Romana in un negozio
sopra e sotto, allegri turisti al negozio pensato per loro
Madrid: Ubi in un negozio

A questo punto, la piccola brigata -cioè il Gatto ed io- accede al regno dell'arte: il Museo Thyssen-Bornemisza. Di questo non dirò nel dettaglio, poiché i miei sensi s'intorpidiscono entrando nel mondo magico e incomprensibile dell'arte moderna e contemporanea, fosse solo tramite la stretta porta del ricordo. Ad essere onesti, la forza del Thyssen non sta nella scelta delle opere, spesso davvero minori, quanto nella panoramica che offre mettendo assieme una quantità sorprendente di autori. Qui si trovano (alla rinfusa) Dix, Picasso, Pechstein, Schmidt-Rottluff, Monet, Matisse, Braque, Derain, Nolde, Munch, Gaugin, Sisley, Pissarro, Fragonard, Heade (probabilmente un "tipo" di autore che in Italia non vedremo mai), Degas, Corot, Cross, Grosz e autori ora assai di moda come Bacon o Freud. Più semplicemente, si ha una visione completa dei movimenti del XIX e XX secolo.

La sera parto a caccia del ristorante ideale per il Capodanno. Sorrido, ora che scrivo, perché sono molto soddisfatto di quel che ho trovato, anche se prenoto per il 30 e non per il 31, in quanto nel giorno di festa non si fa nulla di diverso dal "solito".

30 dicembre: l'Opera

Complice una sveglia assai presta (7:00, sic!), ci rechiamo al Prado di buon ora e siamo tra i primi della fila e notiamo che quando i cancelli si aprono, la coda supera i cinquanta metri! Qui ci lanciamo nella contemplazione di quadri celebri e celeberrimi, ma per questo vi lascio alle guide cartacee...
Il pezzo forte del terzo giorno è la cena al "Café dell'Opera" (attenzione: il ristorante è al piano di sotto e funziona dalle 21:30, è lì che siamo andati), dove -udite, udite!- si viene accompagnati dal pianoforte e i camerieri, di tanto in tanto, intonano note arie d'opera. E si badi che non sono improvvisazioni: i camerieri sono cantanti. Davvero originale e divertente. Più che mai spassoso, poi, osservare i comportamenti della gente in questi locali "chic" dove ognuno cerca di non mostrarsi inadeguato, a modo suo. Così, al primo canticchiare, la signora poco avanti a noi è rimasti per tre minuti buoni con la forchetta in mano, tremante, temendo di far rumore nel poggiarla, indecisa sul da farsi. Il Gatto, da parte sua, durante un solenne acuto della soprano di turno, ha inavvertitamente lasciato cadere sul piattino un pezzo di pane, per poi colorarsi il viso di vergognose tonalità di viola melanzana e rosso carminio. Insolito il contegno irritato dei presenti, poi, all'immancabile squillo di cellulare, ovviamente nel pieno di un duetto. Il locale è piccolo, davvero bisogna prenotare in anticipo. Il prezzo, visto l'ambiente, lo spettacolo e il servizio, è più che accettabile: circa 60 euro a testa esclusi i vini (non bevendo per abitudine, nessun problema per noi, ci è bastato e avanzato il brut offerto dalla casa).

31 dicembre: Capodanno, olé!

Iniziamo con un nuova sveglia ad un orario improbabile, per trovarci al Reina Sofia in compagnia di... nessuno. In effetti, è troppo presto, così ci fermiamo allo "Starbuck Coffee" di zona, da frequentare per le gustosissime torte (nulla di speciale caffé e cioccolata: sono i classici bibitoni all'americana). Torniamo dunque all'ingressso del museo dove un gruppetto di turisti organizza una fila. La fila cresce, cresce... ma niente. Dopo un po', una geniale ragazza dell'ufficio informazioni turistiche lì accanto esce dal barcchino e ci informa che è stufa di rispondere ad ogni passante che i musei, il 31 di dicembre, sono tutti chiusi, tranne forse quello delle Cere. Non poteva dirlo prima? Si chiedono tutti. Non potrebbe appendere un foglietto al cancello? Bah. No comment.
A questo punto, la giornata si dipana tra la strada dello shopping di gran marca (Calle de Serrano, e, in una traversa di cui non ricordo il nome che portrebbe essere Calle de Jorge Juan, di "grandissima marca") e un giro al Parque del Retiro, con la serra che sorge, come un modello di onirica memoria, in uno dei punti più belli. Devo dire, uno degli scorci che più mi piacciono al mondo tra quelli che conosco.

Madrid: la serra in ferro e vetro in Parque del Retiro
la serra in ferro e vetro in Parque del Retiro


Consumiamo il cenone il una taverna tipica, dove si mangia né meglio né peggio che nelle altre taverne tipiche (cioè malino, considerata la buona qualità della materia prima, per esempio io ho preso un ottimo pesce spada rovinato da un guazzetto troppo carico che ne ha nascosto il sapore), per poi lanciarci nella mischia a Puerta del Sol. La tradizione vuole che gli spagnoli si riuniscano qui e mangino un chicco d'uva ad ogni rintocco della mezzanotte. La confusione è tuttavia tale che i rintocchi non li sente nessuno... Tra la musica e gli spintoni nella calca (anche pericolosa, devo dire), nonché un paio di tentativi di furto (per fortuna tenevamo tutto nelle tasche interne delle giacche), superiamo indenni la mezzanotte. Il Gatto, intanto, che si è scolato quasi un litro di vino rosso, inizia a mostrare segni di cedimento psichico: declama poesie, canzoni dell'infanzia e altri pezzi di pregio a gran voce, tra Calle Mayor e il Palacio Real, fino alla piazza, tra gli sguardi divertiti degli altri passanti. Il rientro è faticoso soprattutto per la mia schiena, che deve sostenere il pericoloso oscillare dello sbandatissimo Gatto.


Considerazioni generali e consigli di viaggio

Capire cos'è Madrid implica indovinare molte altre cose, probabilmente la maggior parte di esse mi sfuggono, tuttavia appare evidente cosa questa città aspira ad essere: una grande capitale. Questa impressione mi aveva già accolto quasi dieci anni fa, percorrendo i medesimi del centro, e si è rafforzata in questo nuovo passaggio: almeno per quanto riguarda i quartieri battuti dai turisti, le strade sono estremamente pulite, gli edifici signorili e trionfali, con pareti bianche e luminosissimi, i viali larghi e scenografici.

Madrid: tetti e colori tipici dei palazzi
Madrid: tetti e colori tipici dei palazzi

Non sono passato anche per i quartieri "medi" come mi capitò allora, che erano comunque assai ben tenuti, tuttavia le guide riportano la presenza di autentiche baraccopoli ai margini della città e di aree molto povere. In effetti, già intorno a Plaza de Espana si notano vicoli ben lontani dal presentare il candore sfoggiato per i visitatori, dove negozi dimessi, a volte maleodoranti, vendono merci scadenti a prezzi ultrapopolari.
La Madrid del turista, per tornare a noi, accompagna alla sua borghesizzazione prezzi decisamente elevati; per intenderci, si spende decisamente meno intorno a piazza Navona che presso il Prado.
Da questo punto di vista, un consiglio: per mangiare in locali tipici spendendo ragionevolmente, si punti sulle strade "alle spalle" di Plaza Mayor, opposte rispetto a Calle Mayor; in particolare su "Cava de San Miguel" e dintorni.

Madrid: tramonto dalle parti del Palacio Real
Madrid: tramonto dalle parti del Palacio Real

  • svegliarsi presto per andare nei musei. La fila può essere moooolto lunga
  • comprare gli abbonamenti alla metro. Quello per 3 giorni costa 9 euro. Comodo...
  • per mangiare in locali tipici spendendo ragionevolmente, si punti sulle strade "alle spalle" di Plaza Mayor, opposte rispetto a Calle Mayor, in particolare ci ha convinto "Cava de San Miguel"
  • per mangiare in maniera semplice e forse più gustosa rispetto ai locali tipici (la cucina spagnola non ci ha convinto), si punti sui tanti ristoranti dall'aspetto moderno e pulito che si trovano un po' ovunque, come la catena dei VIPS o l'originale "Friday" nella Gran Via
  • Fornisco qui tre utili mappe trovate su Internet che possono farvi comodo per orientarvi in città o con i trasporti: uno stradario, la mappa della metro, una per i treni locali

Per oggi è tutto...
Un salutissimo dal vostro affezionatissimo Ubi aka Umberto Rustichelli   


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vostro affezionatissimo Ubi