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Foresta Nera in bicicletta

Giorno 1: Roma - Zurigo in treno, di notte

Si viaggia nel vagone letto che va da Roma a Zurigo. Una comoda idea per evitare le noie che ormai flagellano i viaggio in aeroplano. L'alternativa intelligente, comunque, sarebbe stata volare con Ryan Air da Roma a Karlsruhe. Da lì, arrivare a Donaueschingen è uno scherzo, ma occhio agli orari, dato che l'aereo arriva tardino...
Non c'è davvero molto da dire, per oggi.

Giorno 2: Zurigo - Donaueschingen, primo contatto con il mondo germanico

A Zurigo stiamo appena il tempo di vedere la stazione, ma bisogna dire che qualcosa di "buono" c'è:

Vetrina golosa di una pasticceria a Zurigo
Vetrina golosa di una pasticceria a Zurigo

le pasticcerie!!!

Si prosegue dunque su rotaia per raggiungere la prima tappa ufficiale e, sotto una pioggia quasi torrenziale, alla stazione di Donaueschingen viene a prenderci il gestore dell'albergo Waldblick.
La cosa buffa del tipo, che si renderà sempre più evidente nelle ore a venire, è che pur capendo poco d'inglese, egli insiste nel trattare in prima persona con i clienti di tutte le nazionalità. Questo ha generato divertenti incomprensioni che si sono risolte parlando con i figli, che invece se la cavano con la lingua ma che vengono chiamati solo in caso di estrema necessità.
Detto questo, l'albergo è molto accogliente, ricco di legni caldi e di attenzioni per i dettagli; spicca la piacevolezza della sala da pranzo, che si anima felicemente con le prime zuppe calde della sera. Ma prima della fatidica ora, abbiamo tempo in abbondanza e così torniamo in paese a piedi -le bici sarebbero disponibili soltanto dalle 15:00.

Ed ecco che, dopo un paio di chilometri, proprio in vicinanza del centro, la Contessa del Calzino ottiene il nobile titolo di cui si potrà vantare per il resto del viaggio: una delle sue scarpe inizia a perder parte del tacco... ma dopo altri cento metri la perdita diventa più evidente, la scarpa sembra un cadavere che si trascina. Cede definitivamente in una ridente, borghese e dignitosissima stradina dove viene sostituita, ahimé, dal mio calzino, così pure l'altra. Il tempo di riutilizzare quel che rimane delle scarpe nel fast-food dei turchi (mi sembra di capire, via via che prosegue il viaggio, che da queste parti la ristorazione "veloce" è gestita da loro, da italiani, e in minor misura dai nativi!), per non mostrare troppo apertamente la caduta di stile, e voilà: la Contessa getta le vecchie calzature nel primo secchio, riprende i miei calzini -ah, dolore!- e torneremo in albergo cercando di calpestare meno lumache possibile, sotto la pioggerella che va e viene.
Addio, miei fedeli compagni di piede a strisce colorate, sfibrati e sfilacciati dallo straniero asfalto, addosso ad una nobile sventurata!

Ubi aka Umberto Rustichelli e la Contessa del Calzino
La Contessa del Calzino con Ubi a cena (Donaueschingen)

La prima delle nostre sveglie sarà la più allegra: non abbiamo ancora idea di cosa siano 50 chilometri in bicicletta... ma lo scopriremo presto... Però bisogna ammettere che una signora bicicletta ha poco a che fare con i nostri sgangherati attrezzi a due ruote... soprattutto i copertoni (Schwalbe Marathon, per la cronaca) indistruttibili!
Mi viene una gran voglia di tornare in Italia e comprare una bici decente!
E dire che queste non sono poi nulla di eccezionale: "solamente" sette marce, contro le 18/24 di quelli che ci sfrecceranno vicino nel corso del viaggio, sella per dilettanti dal fondoschiena delicato...

P.S.: la birra del luogo è la Furstenberg, non so dirvi se la producano i discendenti dei von Furstenberg...

Giorno 3: in bicicletta! Da Donaueschingen a Fridingen

Finalmente montiamo sulla nostre biciclette per una lunga, anzi lunghissima (tale ci sembrerà la nostra prima) pedalata.
Attraverseremo: Pfohren, Geisingen, Immendingen, Möhringen per poi ritrovarci a Tuttlingen, Nendingen, Mülheim e infine Fridingen.
Il paesaggio è un piacevole alternarsi di foresta e campi verdi; ci accompagna una leggera pioggia o comunque il cielo coperto, che d'estate rappresentano una vera benedizione. I paeselli sono piccoli, ben tenuti e ben integrati nel paesaggio: non ci sono mostruosità, svettano solamente i campanili delle chiese con i loro tetti a punta, allegri e severi allo stesso tempo.

Fridingen è un paesello che ricorda molto i tempi medievali: la struttura delle case è in legno; molte sono storte e il nostro alberghetto (Hotel Löwen) -piccolo, caldo, accogliente: per me, bellissimo!- non fa eccezione. In effetti, il piano sul quale si trovano le stanze non è affatto... in piano, bensì presenta un vistoso saliscendi, probabilmente in corrispondenza di una trave importante. Il pavimento scricchiola mentre passiamo da una stanza all'altra. Musica per le mie orecchie!

Birra locale: Honer (come da immagine seguente).

La Contessa del Calzino e la birra locale Honer
Due "bionde" (incl. la Contessa del Calzino): una delle due è in stato confusionale...


Giorno 4: Fridingen, Beuron, Gutenstein, Sigmaringen

Lasciamo Fridingen per proseguire lungo il Danubio; ogni tanto si fa sentire la fatica...

ciclista a piedi spinge la bicicletta in salita
Ciclista a piedi spinge la bicicletta in salita a causa dell'eccessiva pendenza


Oggi visitiamo Beuron, piccolo centro che ruota attorno a un grande monastero. Nulla di eccezionale, in realtà; peraltro, eravamo troppo stanchi e abbiamo evitato di passare il ponte di legno che forse ci avrebbe condotto alla parte più interessante dell'abitato. In ogni caso, la cornice naturale rimane -costantemente- meravigliosa; probabilmente, lungo il percorso di oggi, si trovano i panorami migliori.

monastero di Beuron
il Monastero di Beron, sotto un cielo minaccioso


Sulla strada, in un centro di cui non ricordo il nome ma che ricordo perché si presenta come chiuso da una lunga cinta di mura, anche se non particolarmente alte (dubito che potessero avere scopo difensivo), incontriamo anche un piccolo orto botanico che sembra avere una certa fama. Nell'orto si trova il "museo dei nidi artificiali per gli uccelli", molto simpatico e compatto: sta tutto in una parete (nella foto, ne compare solamente una parte):

nidi artificiali per gli uccelli
nidi artificiali per gli uccelli, disposti su una parete di legno


Il pezzo forte di oggi, comunque, è a Sigmaringen, piacevole cittadina in cui si trova il castello che fu degli Hohenzoellern. Visitiamo questo gioello assai ben conservato... purtroppo, si può visitare soltanto con la guida... indovinate un po'... che parla tedesco! In ogni caso, il libercolo che si compra nel negozietto all'interno delle mura

ingresso al castello di Sigmaringen
ingresso al castello di Sigmaringen


L'albergo a Sigmaringen (Hotel Jägerhof) è meglio attrezzato degli altri, se amate le comodità, ma per me che preferisco tutto ciò che sa di familiare e che quindi non sono particolarmente attratto dalla dotazione in camera, risulta invero straordinariamente cortese il gestore (Andreas). Raccomandatissimo!!!

il castello di Sigmaringen alla sera
il castello di Sigmaringen alla sera



Giorno 5: Sigmaringen[dorf], Sheer, Mengen, Zwiefaltendorf, Obermachtal

In questa giornata, la truppa dimostra il proprio ardore e il sorprendente livello di allenamento raggiunto... sbagliando strada! O, per l'esattezza, la faccenda si è svolta così: dato che il programma di viaggio riporta Sigmaringen - Ehingen, i nostri eroi hanno tirato dritto per quest'ultima. Ad un certo punto, però, a circa 10 km dall'obiettivo, Ubi decide di telefonare all'albergo e dalla lista scopre che si trova ad Obermachtal, superata da un pezzo!!! Così, i nostri devono tornare indietro -e ci sono delle salite niente male- per poter riposare. Per fortuna che abbiamo, proprio oggi, utilizzato un paio di scorciatoie. Vabbeh.
Il bello dell'albergo sta nel fatto che sembra pensato per famiglie che vanno a sciare d'inverno: ci vengono assegnate camere enormi (nel nostro caso, un quadrupla per due sole persone)!
Oggi mangiamo più fragoline e lamponi del solito. Ci tenevo a dirlo per quanti passeranno da queste parti dopo di noi... se ne trovano molti lungo i sentieri all'ombra degli alberi, a volte serve saperlo per notarli, specialmente le piccole fragole di bosco, che si nascondono sotto le foglie.

Degna di nota la vista su grandi campi gialli di cereali che ci allieta per buona parte del percorso. Anche oggi il cielo è coperto, dando il giuto tocco di freschezza all'aria.


Giorno 6: Obermachtal, Munderkingen, Rottenacker, Ehingen, Allmendingen, Schelklingen, Blaubeuron, Klingstein, Blaustein, Söflingen, Ulm

Poco dopo Obermachtal, saremo spesso su strada e in compagnia di centri abitati: dal punto di vista paesaggistico, questa è certamente la parte peggiore, ma in seguito torneremo a godere anche delle bellezze naturali; inoltre, da Ehingen, secondo il programma di viaggio che non segue la pista classica, lasciamo il Danubio. La città in questione è pulitissima e allegra come la maggior parte di quelle incontrate finore; vanta una bella chiesa -dicono, ma l'abbiamo saltata per via della fiacchezza e il disinteresse dimostrato dalla ciurma, sic!- e magnifici gelatai.
Diverse le cose in teoria da vedere oggi, meno -in pratica- quelle che troveremo, a causa della genericità delle indicazioni sul materiale di viaggio. Niente di male, in ogni caso: visti i chilometri da fare, non si potrebbe fermarsi ovunque.
la nostra attenzione si concentra giustamente su Blaubeuron, sul Blautopf, dove -ci sembra di capire- nasce il Blau, che peraltro seguiremo al posto del Danubio, per poi ricongiungersi al grande fiume dentro Ulm. Ho il sospetto che sarebbe valsa la pena di salire il Blautopf, tuttavia eravamo un po' stanchi per aggiungere quest'escursione.

ex abbazia benedettina a Blaubeuren: il chiostro
ex abbazia benedettina a Blaubeuren: il chiostro


Nella stessa località, si trova anche un'ex abbazia benedettina che conserva, assieme a una parte del villaggio, una splendida impronta antica.

il Blau, sul Blautopf
il Blau, sul Blautopf


Lungo il percorso vedremo anche il castello di Klingenstein. Detto questo, non dimentichiamo che, fino alle soglie di Ulm, splendidi crinali verdi e acque fresche ci accompagnano ad appagare l'occhio e la fame di natura.

Nella grande città, finisce il favoloso viaggio su due ruote. Domani la visiteremo...

Giorno 7: Ulm

Ulm vanta la più alta torre campanaria del mondo e non potevamo evitare di salire qualche gradino per arrivare in cima. Superfluo dire che "qualche gradino" significa spaccarsi le gambe per un bel pezzo e avere in premio una gran bella vista e tante vertigini. Non tutti, in effetti, salgono l'ultima delle scalette: data la ridotta circonferenza in cima, all'altezza si aggiunge un po' di claustrofobia perché la stessa spirale è utilizzata sia in discesa che in salita, costretti a schiacciarsi per lasciar passare chi viaggia nell'altro senso.

scorcio sulla città dal campanile di Ulm
scorcio sulla città dalla torre campanaria di Ulm
scorcio sulla città dal campanile di Ulm
ancora una vista dal campanile di Ulm


Scherzi a parte, consigliamo la visita, come pure alla stessa cattedrale ai piedi del campanile.
Non deve mancare una passeggiata dalle parti del municipio, con elaborati affreschi sulla facciata, e una camminata lungo il Danubio.
I dettagli li lasciamo alle guide, che per una città così grande sono ben fatte, ma lasciatemi dire che la città ha un'atmosfera che sa di antico, ben preservato e benvoluto dai suoi abitanti; i piccoli canali e i palazzetti dalla struttura in legno regalano un aspetto davvero particolare ai vicoli e la cura dei dettagli e la pulizia sono esemplari.
Segnalo che abbiamo avuto la fortuna d'imbatterci in un grande mercatino di prodotti tipici del Danubio, con banchi dalle diverse nazioni toccate dal corso d'acqua più amato d'Europa.

il municipo di Ulm
il municipo di Ulm con i suoi allegri affreschi


Ulm sul Danubio
Ulm sul Danubio e il mercatino del Donau (Danubio)


Quanto al maggiore museo locale, esso è interessante soprattutto nella parte moderna e contemporanea: vi si trovano alcuni autori non facilmente rintracciabili altrove; particolarmente ben rappresentate, ad esempio, sono le Opt(ic) art e la scultura cinetica, che dovrebbero incuriosire anche i giovanissimi. C'è perfino una scultura cinetica/elettrica di Tinguely che il pubblico è libero di azionare. Credevo che queste cose accadessero soltanto nei libri di storia dell'arte!

Decidiamo di passare una notte in più in questa splendida città, non si poteva vederla tutta con la pressione di una coincidenza ferroviaria da rispettare...


Giorno 8: Zurigo

Piccola nota: per raggiungere Zurigo da Ulm, ci sorprendiamo dell'efficienza delle ferrovie tedesche: otteniamo da un distributore un biglietto valido per salire su tre treni (per risparmiare qualcosa abbiamo preferito scegliere una tratta con tre coincidenze invece che due) con cambi di 6 e 14 minuti. Beh: i treni (regionali) hanno spaccato il minuto e il piano di viaggio sul biglietto ha indicato correttamente i binari sui quali prendere, ogni volta, il treno successivo! Un cambio con 6 minuti in Italia sarebbe un azzardo, qui ci è sembrato la norma!

Non vi nascondo che la ragione che mi spingeva a vedere Zurigo era la presenza di un altro museo, anch'esso a suo modo particolare perché ospita una quantità di opere dell'Arte Simbolica del primo Novecento (di Hodler e di Böcklin, per esempio); vi scoprirò, tuttavia, anche molti autori contemporanei. Splendido!

...Al contrario, ero convinto che fosse del tutto priva d'interesse la città, ma mi sbagliavo di grosso. I vicoli del centro sono frequentatissimi, a partire dal lago e su fino al museo stesso, ricchi di piccoli caffè e altri luoghi di ristoro.
Grazie all'euro forte, poi, i prezzi non fanno più paura e si può passare una bella giornata senza guardare continuamente al portafoglio (ragazzi, com'era diverso con le lire!).

La breve permanenza non mi consente di dirvi molto altro.


Giorno 9: rientro in treno

...casa dolce casa! Che altro dire? Ci siamo chiusi il giorno precedente nel piccolo antro del vagone letto e ci alziamo che siamo quasi arrivati.

Note varie e consigli sul viaggio

  • Anzitutto, ringrazio sentitamente il personale di Girolibero; è tramite loro che abbiamo acquistato il viaggio e si sono dimostrati assai cortesi. Il nome del viaggio è indicato sul sito come "Foresta Nera senza fretta"
  • Pur confermando la fiducia nel personale di cui sopra, è importante osservare che spesso il materiale fornito dal tour operator (ammesso che si possa applicare questa categoria) straniero non è sempre al livello che ci si aspetta, soprattutto per chi è alla prima esperienza.
    In particolare, ci sono stati forniti in quantità depliant assolutamente inutili su parte della Foresta Nera che non rientrava del percorso (in effetti, questo inizia dove la foresta sta per finire...), altri ancora su città che si sviluppano sul Danubio ma molto più avanti; pochissime erano invece le mappe e le guide che ci riguardavano.
    La mappa era molto ben fatta, ma i testi esclusivamente in tedesco; l'accompagnava una traduzione in inglese, separata, scarna e non sempre chiara... Vi suggerisco di partire dopo aver cercato anche qualcosa su Internet!
  • Il problema della lingua è generale in Germania, nel senso che i teutonici sembrano ignorare completamente l'esistenza di altre lingue e dei turisti stranieri: le descrizioni dei monumenti sui cartelli e in generale i servizi per il turista sono pensati da tedeschi, per tedeschi... in tedesco!
  • Il modo migliore per trovare gli alberghi è di stampare, per ciascuno, una mappa a partire dall'indirizzo. Io ho utilizzato il classico Google maps e ho trovato gli hotel facilmente.
    Se dentro Ulm dovete recarvi a un albergo al centro, si possono seguire le indicazioni per il centro stesso (le piste ciclabili abbondano anche in città) e, se avete dei dubbi, la torre campanaria che si trova proprio al centro è failmente visibile un po' ovunque.

Per oggi è tutto...
Un salutissimo dal vostro affezionatissimo Ubi aka Umberto Rustichelli   


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