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Renoir

Pierre Auguste Renoir, il celebre pittore francese, viaggiò in Italia nel 1881, e l'influenza della visita nella penisola si può riscontrare nei successivi quarant'anni della sua attività (al Complesso del Vittoriano si tenne un'importante retrospettiva incentrata proprio su questo straordinario effetto che il viaggio aveva sortito).

Quando egli visitò Roma, dall'ottobre del 1881 al gennaio del 1882, aveva già abbandonato l'Impressionismo. Nel 1880, infatti, fu portato a scrivere: "Ho succhiato all'Impressionismo tutto quello che aveva e sono arrivato alla conclusione che io non potessi disegnare né dipingere".
Tuttavia, durante il suo viaggio in Italia un anno dopo, visitò Roma, Venezia, Firenze, Napoli, Capri e Palermo: in queste città d'arte, venne travolto dall'emozione vedendo da vicino i capolavori classici e rinascimentali.
In particolare, rimase colpito dai dipinti di Raffaello e dagli affreschi di Pompei.

La baia di Napoli vista da Renoir
La baia di Napoli vista da Renoir, tra i quadri che sono stati esposti a Roma in una importante retrospettiva


Il pittore nacque da Leonard e Marguerite, due sarti, e visse a Parigi dai tre anni in poi.
Fortemente interessato alla musica, il padre preferì farlo istruire alla decorazione della porcellana e grazie al maestro Charles Gleyre, fu ammesso (nel 1862) all'Ecole des Beaux-Artes, dove conobbe Alfred Sisley, Frédéric Bazille e Claude Monet.
Questo gruppo di amici si recava a Fontainebleau per dipingere en plein air, con il risultato di cambiare per sempre la storia della pittura. Al Salon, l'esposizione in grado di consacrare gli artisti in Francia e ben oltre, venne ammesso grazie a "Esmeralda che danza", ma nonostante le commissioni non riusciva a mantenersi.
Un grande passo fu compiuto nel 1874, quando, presso il noto studio del fotografo Nadar, la Societą anonima cooperativa di artisti, pittori, scultori, incisori, ecc. organizzò la prima esposizione degli Impressionisti.
Tra il 1874 ed il 1877, le difficoltà economiche, non gli impedirono di dedicarsi assiduamente alla pittura: alcuni tra i suoi capolavori, come Bal au moulin de la Galette e Nudo al sole appartengono a questi anni felici.
Si riprese finanziariamente vendendo le sue opere, e nel 1881 si recò oltreché in Italia, in Algeria.
Nel 1890 si unì in matrimonio con Aline Charigot, ed ebbe 2 figli: Jean (1894) e Claude (1901).
Nel 1900 venne insignito del titolo di Cavaliere della Legion d'Onore.

Si trasferì nel sud della Francia per combattere i reumatismi ma l'artrite deformante alle mani e ai piedi, lo costrinse alla sedia a rotelle; ciononostante continuò a dipingere, facendosi legare un pennello alla mano pił ferma.
Una polmonite pone fine alla sua vita, all'età di 78 anni. Aveva appena terminato Le bagnanti.



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