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Villa Sciarra Villa Sciarra è situata sulle pendici del Gianicolo, incastonata tra i bastioni delle Mura Gianicolensi costruite da Urbano II, Con ben oltre sette ettari di estensione è una delle ville più piccole e al tempo stesso tra le più interessanti da un punto di vista botanico e paesaggistico; in effetti, questa zona era già occupata da giardini e orti sacri in tempi antichi. A tale proposito si dice che in età arcaica, sul luogo dove oggi sorge la villa, vi fosse un bosco sacro dedicato alla ninfa Furrina, protettrice delle acque; è forse per queste origini che molte delle statue trattano temi campestri e profani come ninfe satiri e personaggi mitologici. Ai tempi dell'antica Roma in questa zona sorgevano gli horti di Cesare, che dalla collina di Monteverde scendevano fino al Tevere. Fu però George Wurts a darle l'aspetto che più somiglia all'attuale. Superato il cancello di via Calandrelli ci si immette in un piccolo slargo, sulla sinistra c'è una bella fontana con motivi rupestri, abbondanti nella villa. Subito si ha un'idea della ricchezza della vegetazione e della sua varietà, grandi cedri, palme delle Canarie e palme nane, assieme a cipressi e lauri riempiono la villa in ogni dove. Nel periodo della fioritura le grandi Magnolie colorano l'ambiente. Questa estrema varietà botanica è frutto in massima parte dell'opera di Wurts e rivela una spiccata predilezione per gli effetti contrastanti e di intensa policromia, ottenuti dall'unione di sempreverdi, potate secondo le regole dell'ars Topiaria, l'arte cioè di lavorare le siepi con aspetto zoomorfo, con fiori e rare piante esotiche, con una cultura paesaggistica di derivazione tipicamente inglese. Una zona tipica in questo senso ancora oggi è la cosidetta montagnola situata in fondo al viale principale (poco prima dell'edificio oggi sede dell'istituto di cultura germanica). Entrando dall'ingresso di Via Dandolo, ci si imbatte nell'ampia voliera fatta costruire da G. Wurts per l'allevamento dei pavoni bianchi, tanto che a quei tempi Villa Sciarra era conosciuta come la villa dai Pavoni Bianchi e molti dei motivi delle siepi di bosso sono lavorati proprio a somiglianza di questi animali. Di fronte alla Voliera c'è una bellisima fontana: la fontana dei Satiri, probabilmente proveniente da una vila lombarda dei Visconti e acquistata dai Wurts, Una particolarità di questa villa è che la natura friabile del materiale delle sculture settecentesche -quasi tutte in arenaria, pietra molto porosa e scarsamente resistente- e di alcune costruzioni ha reso difficili i lavori di restauro; le opere quindi sono soggette all'erosione, anche quelle pregevoli come le fontane dei Putti e della Tartaruga o la statua della Astrologia. |
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