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Santa Paola Romana

Paola (Roma, 5 maggio 347 - Betlemme, 26 gennaio 406) era una matrona romana nata durante il regno di Costantino II e appartenente all'alta aristocrazia. La sua importanza è legata a diversi aspetti della sua vita, ma certamente tra i più importanti vi è la sua partecipazione alla stesura della Vulgata, testo fondamentale nella storia della Chiesa.
Le origini tanto prestigiose dei genitori riportate nelle lettere (e nell'Epitaphium Sanctae Paulae 5-6) di San Gerolamo non trovano però conferma in altri documenti, mentre la ricchezza della famiglia non è messa in discussione come attestano i legami matrimoniali contratti da lei e la sua progenie. Nel 362 sposò il senatore Tossozio dalla cui unione nacquero cinque figli: Blesilla, Paolina, Eustochio (a volte anche "Eustochia"), Rufina e Tossozio[1].
Rimasta vedova nel 379 venne accolta nel cenacolo cristiano di Marcella sull'Aventino e al 382 risale il primo incontro con il dalmata Gerolamo, il quale rimase a Roma come segretario di papa Damaso I, diventando anche la guida spirituale del cenacolo.
Blesilla, la figlia maggiore, muore nel 384, forse a causa dei troppi digiuni imposti dalle ferree regole del santo[2], e Paola trova conforto e aiuto nell'insegnamento di Gerolamo. Alla morte di Damaso, avvenuta nello stesso anno, quando Gerolamo decise di partire alla volta dell'Oriente, Paola e Eustochio si unirono al santo. Soggiornarono ad Antiochia e visitarono i luoghi santi della Palestina e l'Egitto[3] ove studiarono la vita delle comunità cenobitiche. Da questi viaggi Paola trasse il modello per la fondazione dei suoi due monasteri sul monte degli Ulivi a Gerusalemme, l'uno maschile e l'altro femminile, nonché una casa destinata ad accogliere i pellegrini[4]. Nel monastero femminile trovò la morte il 26 gennaio del 406[5].
Venne sepolta nella Basilica della Natività di Betlemme e lo stesso San Girolamo le scrisse l'epitaffio[6]. Eustochio e Gerolamo vennero sepolti successivamente vicino alle spoglie della santa.
Il rapporto privilegiato di Gerolamo con Paola ha dato adito a numerose maldicenze alle quali il santo rispose in varie occasioni, come nell'epistola 22 ove pone l'accento sulla differenza tra amore carnale e spirituale[7]. Nel Prologo della Donna di Bath in The Canterbury Tales, Chaucer scherza sulla loro unione; difatti la Donna, visitando gli stessi luoghi della santa, cita costantemente le parole di Gerolamo.

L'importanza della santa è testimoniata da Claude Lorrain (in vecchi testi chiamato Claudio il Lorenese), il quale fu maestro nel creare paesaggi ideali in uno sfondo da cui emerge l'armoniosità dell'architettura classica. Il dipinto "La partenza di santa Paola Romana" venne commissionato da Filippo IV, re di Spagna[8]. La tela è conservata al Museo Nazionale del Prado, a Madrid.

Claude Lorrain: La partenza di Santa Paola
La partenza di Santa Paola è un'opera esemplare nel genere
in cui era specializzato Claude Lorrain<>


La figura di Santa Paola risponde alla vedovanza perpetua in quanto, in seguito alla morte del marito, non contrasse nuove nozze. Per tale motivo viene dipinta con un abito austero tipico della matrone romane, ma allo stesso tempo ne viene enfatizzata la scelta di vita ascetica, lontana dalla ricchezza e dal lusso della vita precedente; è difatti in procinto di imbarcarsi per una nuova vita dedita alla preghiera e alla totale rinuncia dei piaceri materiali. Dunque la scelta di dipingere una toga monocolore è da una parte dettata dalla serietà della donna, dall'altra è anche la rappresentazione della sua incipiente santità.

Ella rimase fino alla fine dei suoi giorni nel monastero femminile che aveva fondato; da questa informazione biografica si deduce il motivo per cui la santa è raffigurata da André Reinoso e Francisco de Zurbaràn in abiti da monaca.

Santa Paola compare vicino a San Girolamo
de Zubaràn testimonia qui l'importabnza di Santa Paola per la Chiesa


In particolare, nella raffigurazione di André Reinoso (l'opera è Santa Paola con le sue monache, del XVII secolo, custodita a Lisbona, nel Hieronymites Monastery) è posta in risalto la sua azione di benefattrice e il ruolo di badessa della congregazione.
In San Girolamo con le sante Paola ed Eustochio (1638-1640, National Gallery of Art, Washington), infine, Francisco de Zurbarán mise in luce la cultura della santa. Si narra infatti che Paola aiutò Gerolamo nella traduzione della Bibbia dall'ebraico e dal greco in latino, la cosiddetta Vulgata. Assieme alla figlia, Eustochio si occupò successivamente della copiatura per la circolazione del testo[9].
Tale ruolo viene anche messo in luce in Girolamo penitente nel deserto tra san Damasio, sant'Eusebio, santa Paola, sant'Eustochia e donatori di Francesco di Giovanni o Botticini, nel quale dalla tunica della santa fuoriesce un libro. Qui la figura della figlia Eustochio è posta in risalto: si trova in prima fila e regge un giglio bianco, simbolo di purezza e castità. Come la madre risponde alla vedovanza perpetua infatti, così Eustochio risponde alla verginità perpetua in quanto decise di non sposarsi mai e si dedicò fino alla morte al monastero fondato a Betlemme dalla madre.
Infine, ella compare in Apparizione della Trinità a san Girolamo, santa Paola e sant'Eustochio (1453-1454), opera di Andrea del Castagno che si può ammirare nella Basilica della Santissima Annunziata, a Firenze.
Nell'opera di Andrea del Castagno la santa è raffigurata al lato del maestro insieme alla figlia, mentre la Trinità dirompente scende sull'aureola del santo proponendo il tipico schema triangolare della raffigurazione divina. La gestualità di pacata devozione e la lucentezza dell'abito dorato sembrano riecheggiare le parole di Gerolamo quando, nell'epitaffio, la definisce quale "gemma preziosissima", che viene innalzata dal Cristo "quanto più ella si abbassava"[10].

Santa Paola è una delle patrone delle vedove. Nella ricorrenza della sua morte, il 26 gennaio, viene ricordata a Betlemme, a Roma e in altri monasteri delle monache girolamine o girolamite, alle quali fu concesso dal papa Clemente XI, con un decreto del 1702, di celebrare la messa e l'uffizio in suo onore[11].
Santa Paola Romana non viene celebrata con processioni o altri eventi religiosi, ma attraverso una messa dedicata al suo ricordo, nella quale vengono menzionate le sue opere di carità e devozione. Da tradizione al termine della Santa Messa si tiene un'Agape, un convito fraterno nel quale i credenti si riuniscono per consumare un pasto in comune, a sottolineare la generosa carità della Donna [12].

Bibliografia e sitografia


[1] Hieronymus, Epistulae, 108, 4
[2] Joyce Salisbury, Encyclopedia of women in the ancient world, Blaesilla
[3] Hier., Ep., 46 e Epitaphium Sanctae Paulae 7-14
[4] Hier., Ep., 108, 15
[5] Hier., Ep., 108, 34
[6] Alfredo Cattabiani, Santi d'Italia, Milano, Rizzoli Libri S.p.a., 1993, p. 532
[7] Hier., Ep., 22, 17 "È difficile che il cuore dell'uomo non ami; è inevitabile che il nostro spirito provi qualche affetto. Sia l'amore spirituale a vincere l'amore carnale! Un desiderio si spegne con un altro desiderio: se il primo diminuisce, il secondo cresce in proporzione. Piuttosto ripeti senza posa: -Sul mio letto, la notte, ho cercato l'amato del mio cuore-"
[8] Sito del Museo del Prado
[9] Ellen Battelle Dietrick, The Woman's Bible, Volume II, p. 137
[10] Epitaphium Sanctae Paulae
[11] Dizionario Di Erudizione Storico-Ecclesiastica Da S. Pietro Sino Ai Nostri Giorni, Volume 13, Tipografia Emiliana, 1845 a cura di Gaetano Moroni, p. 88


Fonti dirette


[12] Mons. Mario Magistrato, Parroco della Parrocchia di Santa Paola Romana, Via Duccio Galimberti, 9 - 00136 Roma
Si ringrazia vivamente anche la signora Isabella Maria Pagano Bonaccini.


di Giulia Rustichelli


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