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San Giovanni in Laterano

Sorge sugli avanzi della casa dei Laterani nella parte più meridionale del Celio. I Laterani possedettero quel palazzo sino a Plauzio Laterano console designato, il quale, coinvolto nella congiura dei Pisone contro Nerone, fu ucciso e privato dei possedimenti. In seguito le case dei Laterani presero il nome di Domus Faustae.
Nel 161 l'imperatore Marco Aurelio costruisce un palazzo nell'area; nel 226 circa l'imperatore Settimio Severo restituisce la terra ai Laterani.

San Giovanni in Laterano


La Basilica fu eretta da Costantino sull'area dei Castra nova severiana, (Castra nova equitum singularium) degli equites singulares, la guardia a cavallo dell'imperatore Massenzio.
Costantino in seguito ne fece donazione (pare soltanto orale) al Papa ed ebbe inizio il potere temporale dei papi. Fino dall'anno 313 la Domus Faustae risulta ufficialmente ceduta in proprietà al Papa.
Il complesso monumentale comprendeva allora, oltre alla Basilica eretta su modello di S. Pietro, un Palazzo (il Patriarchio): residenza estiva dei pontefici da Costantino alla cattività avignonese, fu ricostruito da Domenico Fontana nel 1586 ed oggetto dell'attentato del luglio 1993.

La basilica sorgeva al centro dei palazzi lateranensi. Originariamente non era molto grande; a cinque navate sotenute da più file di colonne, venne dedicata a Cristo Salvatore.
Alla fine del secolo IV furono aggiunti i nomi di Giovanni Battista e dell'Evangelista, ai quali era stato dedicato presso il Laterano un convento di monaci benedettini.

Arricchita di marmi pregiati e decorazioni dorate, la basilica fu chiamata Aurea.
Un nuovo restauro della basilica fu fatto sotto Adriano I (771-795) e apparve in tutto il suo splendore nella Pasqua del 774 quando Carlo Magno vi si fece battezzare. Tra l'anno 844-847 sotto il pontificato di Sergio II vi furono nuovi interventi.

Nell'anno 896 un terremoto fece crollare il tetto nella navata centrale e la ridusse a poco più di un cumulo di macerie; quel terremoto fu ritenuto un castigo divino nei confronti di Papa Stefano VI che sottopose il suo predecessore ad un macabro processo (di cui si dirà oltre); la basilica venne riedificata completamente Sergio III (904-911); egli fece ornare la tribuna di mosaici, lasciando a ricordo di quei grandiosi lavori una lunga epigrafe nell'abside e sulla porta maggiore della basilica. Nella notte del 6 maggio dell'anno 1308, la basilica fu nuovamente distrutta da uno spaventoso incendio e ben poco si salvò da quella catastrofe. Il papa era allora Clemente V, egli provvide subito a fare riedificare il tempio, che fu terminato sotto il pontificato che lo seguì.
Lesionata dal terremoto che fece tremare la città nel 1349; nuovamente danneggiata da un altro incendio nel 1361; Urbano V affidò l'opera di ricostruzione allarchitetto senese Giovanni Stefani, che eliminò parzialmente le trabeazioni, sostituì le colonne costantiniane con 20 pilastri in laterizio e realizzò, con il contributo di Carlo V di Francia, il grandioso tabernacolo sopra l'altare maggiore. Al suo ritorno da Avignone nel 1377, Gregorio IX, che spostò la sua dimora nei palazzi di S. Pietro, fece un portale ornato da leoni ed aprire un rosone.

Le truppe di Ladislao d'Ungheria nel 1413 danneggiarono nuovamente la basilica, Martino V provvide a fare grandiosi restauri, che proseguirono sotto Eugenio IV.
La chiesa venne arricchita dal pavimento cosmatesco nel 1421, il soffitto fu riparato e Gentile Da Fabriano ricevette l'incarico per un ciclo di affreschi nella navata destra. Furono murate le colonne ed i pilastri. La facciata della basilica manteneva ancora la struttura antica con tre finestre a sesto acuto, l'immagine del Redentore ed un portico di sei colonne. Sulle pareti si ammiravano scene del vecchio e nuovo testamento. Davanti al patriarchio, s'ergeva la statua equestre di M. Aurelio, collocata là da Sisto IV; presso il muro della città, era stato edificato un nuovo convento da Eugenio IV.

Ogni pontefice seguente, fino ad Innocenzo X, arricchì il Laterano di nuove opere; ciononostante il tempo faceva pesare il suo trascorrere, così Innocenzo X, la riedificò interamente affidando l'opera al Borromini. Clemente XII compì l'opera del Borromini, facendo innalzara la nuova facciata da Alessandro Galilei che fu compiuta nell'anno 1734.

Della basilica medioevale restano il pavimento d'opera cosmatesca, il tabernacolo ed il mosaico dell'abside. Un campanile appartenente alla cattedrale doveva già esistere al tempo d Pasquale III poiché nel 1115 risulta in parte distrutto a causa di un fulmine. L'attuale campanile ha la caratteristica di essere formato da due piccoli campanili gemelli, risalenti all'età romanica, restaurati nel XIV secolo. Essi si innalzano sopra la Loggia delle Benedizioni e sono costruiti in pietra silice dal taglio simmetrico. La sommità è sormontata da una cuspide molto accentuata, recinta alla base da una ringhiera a piccole colonne. Una delle campane è datata al XIII secolo, mentre quella del 1492 risulta fusa da un certo Pietro "Teutonicus".


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