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La dinastia Claudia Con Tiberio, inizia la dinastia Claudia, di quattro imperatori:
Sebbene siano soprattutto -e tristemente- noti Caligola e ancor più Nerone (figura però decisamente controversa), non possiamo dimenticare che anche Tiberio e Claudio furono figure importanti, per un verso o per l'altro. Tiberio rimane tristemente famoso per la sua smisurata diffidenza, che sfociò via via nel timore di ogni possibile avversario politico fino alla paranoia. Visto l'ambiente in cui si muoveva, caratterizzato da lotte di potere e intrighi di ogni genere, sarebbe anche difficile dargli torto, se non fosse che finì per essere il responsabile di una serie di condanne (a morte) verso le quali lo spinse il "fedele" Seiano, che ambiva a prenderne il posto. Con un trucco, tuttavia, Tiberio si liberò anche di lui (Seiano, senza saperlo, lesse di fronte al Senato la propria condanna a morte, aspettandosi invece di leggere della propria elezione a tribunicia potestas); in quel momento, Tiberio aveva 63 anni ma non sarebbe vissuto ancora a lungo. Durante il regno di Tiberio, intorno al 30 d.C., accadde un fatto importante nella storia dell'umanità: Gesù di Nazareth veniva consegnato al governatore romano Ponzio Pilato su istigazione dei sacerdoti del Tempio di Gerusalemme. Caligola fu un pessimo amministratore, oltreché un pazzo esaltato. Si ingraziò i pretoriani con premi esagerati e spese in un solo anno il patrimonio lasciato da Tiberio con feste e spettacoli di ogni genere e di smisurate proporzioni. Seguirono tasse ed estorsioni ed ogni mezzo per procurare alle casse dell'Impero nuovo denaro, condanne a morte per le ragioni più puerili soprattutto per il reato di lesa maestà. Caligola portò alla sua massima realizzazione il concetto di "panem et circenses", secondo il quale il popolo di Roma si governa dandogli pane e spettacoli. Caligola, inevitabilmente, fu eliminato; gli stessi pretoriani lo sostituirono con Claudio: per la prima volta, i militari scelsero un imperatore. Claudio fu un imperatore diverso dai precedenti. L'impietosa storia "ufficiale" lo descrive come un debole, succube di chi lo circondava, ma al contrario fu un imperatore attento e capace di sviluppare al meglio una efficiente burocrazia imperiale, di cui il vasto territorio conquistato dai romani aveva un grande bisogno. Sottrasse ulteriormente potere al Senato utilizzando invece funzionari di lungo corso per le mansioni importanti, che prima erano appannaggio di senatori che le svolgevano per un solo anno; fece costruire importanti opere pubbliche. Da ricordare anche la conquista della Britannia e la romanizzazione dei sudditi delle province dell'impero. Purtroppo, nel campo della famiglia fece pessime scelte, legandosi ad Agrippina, una donna di pochi scrupoli, che -almeno secondo le migliori fonti- lo fece uccidere con un piatto di funghi avvelenati per accelerare l'ascesa al trono di suo figlio Nerone. |
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