Estate 2017: quattro passi e due pedalate, in Abruzzo

Prologo


Ancora per ragioni di salute (niente affatto gravi, ma irritanti sì), quest'anno ci vediamo costretti a un soggiorno che non c'imponga di camminare, il che, sostanzialmente, esclude una "vera" vacanza.
La Contessa del Calzino fa presente che bisogna altresì limitarsi a pochi giorni, dovendo dedicarne altri a faccende di cui non sto a dire, per cui la permanenza sarà breve e non ci allontaneremo troppo. Visto poi che la suddetta Contessa soffre terribilmente il caldo, puntiamo a un cambio radicale nelle nostre abitudini: niente mare, sarà montagna.
Combinando questo elementi si ottiene una meta ideale: le "Rocche", cioè la valle che racchiude Rocca di Mezzo, Rocca di Cambio e Ovindoli. Si parte!




day one, Roma - Rocca di Mezzo


Lasciata la capitale, mi stupisco di quanto poco ci voglia a raggiungere la zona interessata dal nostro viaggetto, praticamente un attimo. Prima di raggiungere la valle, si attraversa Campo Felice, che ha un fascino tutto speciale nella stagione estiva (sembra di essere in Mongolia, davvero!) e che meriterebbe una sosta prolungata.

Campo Felice in estate
Campo Felice in estate

Campo Felice, senza neve sembra... la Mongolia!


Nel percorso si sente l'aria farsi gradualmente più fresca, sempre più fresca, e "buona". Addio cappa fumogena, siamo in altitudine; in effetti, Rocca di Cambio, a quanto pare, è il comune appenninico più elevato d'Italia. Superiamo il paesello che detiene il record e giungiamo a Rocca di Mezzo in pochi minuti.
L'albergo, l'Hotel delle Rocche, non è male, ma si vede tutta l'impronta montana, non proprio adattissimo alle temperature estive (finestre piccole, moquette un po' ovunque).
Il personale è cordiale, anche se nell'organizzazione forse bisognerebbe rivedere qualcosa... per esempio, che senso ha consentire l'accesso alla piscina di mattina e nel pomeriggio, lasciando fuori le ore centrali della giornata, cioè quelle in cui, forse, si fa un salto in albergo per proteggersi dalla calura? I neon della camera in cui siamo stati sistemati sono molto rumorosi, per fortuna ci sono altre lampade, sufficienti per le nostre esigenze. La colazione inizia alle 8:00, direi un po' tardi per chi vuol godere delle ore fresche. Comunque, il giudizio è più che positivo.

Ci godiamo una passeggiata per Ovindoli dove la Contessa individua il "Cavallino Bianco" (via O. Moretti), qui ceneremo con grande soddisfazione. A dire la verità, abbiamo mangiato più che bene tutte le sere, a buon prezzo, viva l'Abruzzo!

palazzetto arroccato sul monte sopra Ovindoli

Non chiedetemi cosa sia questo palazzetto arroccato sul monte sopra Ovindoli!


Comunque, tutto sembra andare per il meglio, se non fosse per... "la rana".
La rana è un ragazzino, o una ragazzina, di età indefinita, che gorgheggia e frigna come una sirena roca la maggior parte del suo tempo. Considerato il volume "generoso" delle sue performance, i genitori sono probabilmente sulla via della totale perdita di udito, oppure dotati di cuffie anti-rumore pensate per lavorare col martello pneumatico.
Sta di fatto che la rana è giunta in albergo, per l'esattezza in una camera la cui finestra fronteggia la nostra. Avete presente il placido silenzio della montagna, il cinguettio mattutino dei piccoli volatili che saltano di ramo in ramo sugli abeti? Beh, se c'è la rana nei paraggi, potete scordarvi tutto questo.
Il bipede in oggetto tende a svegliarsi alle quattro del mattino, e i suoi pianti distruttori della pace della valle sono accompagnati dalle preoccupate richieste dei genitori: "Cos'hai piccino? Cosa desideri [principino]?" Belli i tempi in cui i bambini, una volta capaci d'intendere e volere, venivano zittiti con un ceffone, no!? No, bisogna capirli, comprenderli, entrare nel loro mondo...
Ai simpatici allarmi notturni seguono poi i gorgheggi a colazione, perché la rana non parla come un bambino, no: raglia. O forse strombetta. Comunque rompe, nessuno vi riesce altrettanto bene.

Day 2 - on the bike: la pista ciclabile delle Rocche, "anello" nord


La pista ciclabile delle Rocche è davvero piacevole, attraversa delle belle aree ma qualche appunto ci vuole.
La valle è troppo brulla. Possibile che ci siano così pochi alberi? Ma a quanto pare, non solo ai piromani, ma da sempre agli italiani in generale il verde ormai fa schifo: la regola è "abbattere gli alberi e cementificare". Non ci credo che questa valle è sempre stata così. Su un sito che non ricordo ho letto che la copertura (nel senso di "aree in ombra") della ciclabile dovrebbero essere del 35%. Macché, qua non si arriva nemmeno al 10%!

la pista ciclabile delle Rocche

la pista ciclabile delle Rocche, un tratto che costeggia la strada


la pista ciclabile delle Rocche

la pista ciclabile delle Rocche, (se ben ricordo) verso Rocca di Cambio da est


Diversi tratti sono paralleli alla strada, a un metro di distanza. È vero che il traffico in questa stagione è minimo, ma quando vedi che ci sono dei sentieri già battuti e collocazioni perfette cinquanta metri più in là, perché non fare uno sforzo in più? Perché qualcuno è proprietario del terreno e si è opposto? Pigrizia? Perché poi è più difficile, per l'ANAS, manutenere la pista (sì, ci hanno detto che in parte se ne occupa l'ANAS)? Boh.
Le distanze sono corte, perfette per una famiglia con bimbi piccoli, ma è decisamente dura la salita per Rocca di Cambio. A proposito, sotto il paese, la sfortuna vuole che, in un tratto pessimamente tenuto (a onor del vero, l'unico così malridotto), una pianta piccola, ma dallo stelo robusto come una corda, riesce a infilarsi nella catena, per avvolgersi trascinando con sé anche il cambio (tecnicamente il deragliatore posteriore, Shimano Altus) che viene piegato, praticamente disintegrato oltre ogni speranza di riparazione, portando via con sé anche un raggio della ruota.
Mi tocca, insomma, fare circa quattro chilometri a piedi e di corsa spingendo la bicicletta. Bah! E mi tocca pure pagare il danno, vabbeh! Okay, riprendiamo con una nuova bicicletta e affrontiamo "l'anello nord" dall'altra direzione, così cambia il paesaggio. Devo dire che il panorama, passando per il paesello di Terranera, è molto bello.
Ci fermiamo a mangiare sotto tre grossi alberi, ci scappa anche il pisolino, l'ombra fa un'enorme differenza. Aneddoto: da uno degli alberi si stacca e crolla al suolo un grosso ramo, allarmando la Contessa del Calzino.

la sosta sotto gli alberi
la sosta sotto gli alberi

la sosta sotto gli alberi, non lontano dal piccolo borgo di Terranera


A seguire, la salita che conduce a Rocca di Cambio, una bella pedalata ma che vale tutta la fatica.
Rocca di Cambio si sta riprendendo dai danni del terremoto, ci sono diversi edifici in corso di ripristino, soprattutto, ahimé, quelli storici.

Al rientro in albergo, chiedo il cambio di camera. Specifico: al piano più lontano possibile dal ragazzino (la rana) e sull'altro lato dell'edificio, per stare sicuri. La persona alla reception al momento ha problemi a effettuare il cambio, che deve essere registrato col computer, rimandiamo di un paio d'ore... in tutti i casi, forse hanno capito, forse hanno pietà di noi, sta di fatto che ci ritroviamo dal primo all'ultimo piano e invece di guardare il bosco guardiamo ora la valle. In più otteniamo un balcone.
Grazie, oh divinità della notte, questa volta dormiremo!

Cena alla "Lanterna di Brontolo", ancora Ovindoli, in via N. Sebastiani 51. Atmosfera accogliente e familiare. Ribadisco per i disattenti: abbiamo sempre mangiato bene e la Lanterna non fa eccezione.

al ristorante La Lanterna di Brontolo

una viandante spulcia il menu al ristorante "La Lanterna di Brontolo" (Ovindoli)


Day 3 - seggiovia, il "Rifugio del Bosco"


Siamo di buon umore: abbiamo dormito! In effetti, la rana l'abbiamo sentita gracidare soltanto a colazione, mentre il padre cercava di tenerla buona nella veranda. Io proporrei alla famiglia il confinamento del pargolo mutante in una sala insonorizzata con pareti di cemento spesse due metri, ma temo che il suggerimento non verrebbe accolto con la giusta considerazione.

Tornando a noi, la Contessa del Calzino e del Piedin Dolente ha individuato un'alternativa interessante alla bicicletta: prendere la seggiovia e farsi portare al "Rifugio del Bosco", bar-ristorante posto in posizione amena con vista sulla valle. A luglio questo è possibile solamente nel week-end, deve quindi essere fatto oggi.
Così mettiamo in macchina le scarpe da trekking (da bravo cretino, dimentico le calze e le indosserò con i fantasmini...) e ci rechiamo alla seggiovia, che ci porta in quota. Da qui procediamo camminando per una vetta a caso, godendo del panorama.

discesa verso la valle, con le biciclette da trail

durante la discesa siamo stati affiancati da un gruppo di trail bikers.
Ne scendevano in continuazione!


farfalla su fiore di montagna

ci sono molte farfalle sui monti attorno a Campo Felice, dove trovano i fiori


Manco a dirlo, la sera il Piedin Dolente della Contessa protesterà sonoramente il trattamento subito, ma ne è valsa la pena.

Il pomeriggio, altra splendida idea (stavolta del sottoscritto): c'è un maneggio, il "Centro Ippico Velino-Sirente", a poca distanza da Rocca di Mezzo (nota: a Rovere li si trova solamente d'estate, in inverno personale e cavalli sono a Santa Jona, non lontano). Gestito da un gruppo di persone molto simpatiche, che vi possono portare a fare un bel giro per la valle (prezzi modici, se il dettaglio interessa), in zone dove la ciclabile non passa. Consiglio l'ultimo "turno", anche se finisce prima del tramonto, il sole basso fa un bell'effetto e l'aria un po' più fresca aiuta.

a passeggio sul cavallo

ogni vera contessa è anche una cavallerizza provetta


Qui ho sperimentato la mia palese incapacità di sincronizzarmi col cavallo nel trotto, con conseguente sbattimento della schiena. Stando di prendere botte al sedere, ho provato a trottare stringendo le gambe a saldamente ancorato alla sella. Il ragazzo mi ha detto che quello si chiama "trotto seduto". All'inizio pensavo mi stesse prendendo in giro, invece mi ha spiegato che esiste ed è più difficile di quello "normale". Vagli a spiegare che era una questione di sopravvivenza (soprattutto di certe parti vitali, una delle quali ha rischiato di diventare una frittatina).
Non hanno voluto farmi provare il galoppo. Sigh.
Splendida giornata, comunque.

Coroniamo con cena a Rocca di Mezzo, il ristorante si chiama "Antichi Sapori" (v. della Madonna 2), bello anche questo. Ho per caso dimenticato di dire che abbiamo sempre mangiato bene e a prezzi "giusti"? Viva l'Abruzzo (anche questo mi pare d'averlo già scritto)!

al Ristorante Antichi Sapori (Rocca di Mezzo)

al Ristorante Antichi Sapori (Rocca di Mezzo)




Day 4 - on the bike: la pista ciclabile delle Rocche, "anello" sud


Già il secondo giorno, in realtà, avevamo individuato un bel posticino da raggiungere con la ciclabile, ovvero un piccolo bosco sotto Ovindoli, e il paesaggio attorno a Rovere sembrava anch'esso interessante, nel senso di "verde".
Ci siamo quindi lanciati lungo il nuovo percorso, piacevole e meno faticoso, e in effetti ci è voluto davvero poco per superare prima il paesello (Rovere) e poi raggiungere la più nota località (Ovindoli).

cavalli presso Ovindoli

ci sono molti cavalli presso Ovindoli, per vederne conviene dirigersi verso
l'anello ciclabile (off-limits per le auto) che conduce alle Gole di Celano


È d'obbligo condurre la bicicletta nella pista che conduce alle Gole di Celano, altrimenti si manca una delle mete più interessanti. Anzitutto, l'anello (si percorre in meno di un'ora andando piano, quindi è per tutti) è uno dei pochi tratti quasi interamente in ombra, eppoi la vista sui boschi e le pareti rocciose è imperdibile. Varrebbe anche la pena di parcheggiare e passeggiare sotto le fronde degli alberi montani.
Ci concediamo un breve riposo e una bibita al boschetto attrezzato; essendo relativamente presto abbiamo ripreso la pedalata, ma non abbiamo trovato un posto dove mangiare decentemente fino al rientro a Rocca di Mezzo. Nonostante il caldo pazzesco (la temperatura è salita rispetto alle date precedenti), ci sono state offerte pietanze come cotolette, panini con porchetta, ecc. Avremmo dovuto scalare Ovindoli per una bella insalata, ahimé, e invece abbiamo concluso il giro senza un vero pranzo: due tramezzini, almeno quelli freschi, ci hanno saziato una volta rientrati a Rocca di Mezzo. A questo punto, ci siamo dati al riposo in stanza e alla piscina.

Consigli vari, note


Potete portarvi le biciclette da casa, se volete: i percorsi non sono impegnativi e non servono le mountain bike. Se andate in agosto, prenotate i ristoranti per tempo. Idem di sabato. Alcuni posti sono addirittura prenotati per l'intero weekend già dal venerdì.

Come già indicato, la pista ciclabile non è quasi mai in ombra, non vi fidate di quello che leggete sui siti. Se non amate il sole, portatevi un cappellino.

Il mio collega Fernando aveva ragione: in Abruzzo, l'organizzazione non è delle migliori, in generale: nonostante che le attrattive, per quanto belle, siano poche, le informazioni al riguardo sono sparse. Prendete più informazioni possibile su Internet, prima di partire.

Da vedere, la prossima volta (memento per il sottoscritto): le Gole di Celano, le Grotte di Stiffe, la Corsa delle Carrette a Ovindoli (se la manifestazione, avviata nel 2017, proseguirà con nuove "Marsorum Race Wars"...)

In tutti i casi, viva l'Abruzzo!



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