Piccolo prontuario degli incidenti siderali

Roma, 29 marzo 2020

Nelle mie intenzioni, questa pagina web apparirà contemporaneamente (o quasi) al mio primo libro, il Piccolo prontuario degli incidenti siderali, collezione di tre testi di fantascienza senza pretese che ha però una genesi insolita.
Quando ho finito il primo dei tre pezzi (La fortuna di Jonah), mi sono reso conto di andare pazzo per il protagonista, volevo proprio costruirgli un solido background per tirarlo fuori dall'angusto spazio di un raccontino. Sapevo che ci si può affezionare a una figura figlia della propria mente, ma mai avevo sperimentato il "fenomeno".
Ho preso fiato, metaforicamente parlando, per svilupparne il vissuto con la dovuta calma. Ho capito che, se avessi deciso di andare avanti con l'idea di produrre un altro episodio -più lungo- attorno al personaggio, avrei avuto bisogno di qualche strumento in più; ho perfino voluto abbozzare uno schema temporale per evitare colossali castronerie come riferimenti sbagliati o buchi nella trama.

Scrivere, scrivere, scrivere

Devo premettere che non ho mai posseduto il dono naturale della narrazione, tuttavia, per quanto faticoso, scrivere è sempre stata una mia esigenza. Passati anni fatti di inchiostro copiosamente versato per assecondare il bisogno fisico di registrare questo o quel pensiero, ho iniziato a pormi domande su quale fosse il modo "giusto" di inanellare frasi, costruire un discorso e perché no, molto più tardi, di realizzare un libro. Non nel senso fisico del termine e nemmeno relativamente al suo confezionamento e alla pubblicazione, al modo di farsi conoscere, ecc: mi riferisco, piuttosto, a come si possa produrre un testo di una certa lunghezza e complessità. Non so se ci sia riuscito, ma garantisco che passare da poche a qualche decina di pagine è un "bel salto", con tutto che non deve essere nulla se paragonato alla stesura di un romanzo.
Da lettore, mi interrogo tuttora; complice la clausura da COVID-19, sono reduce da Infinite Jest (Wallace) e sto finendo di leggere A sangue Freddo (Capote), due libri molto diversi tra loro e che considero appassionanti, ma in generale continua a sfuggirmi il come questo o quello scritto riescano a rimanere attraenti fino all'ultima pagina, con quali strutture, sulla la base di quali scelte, considerato che le impalcature narrative possono essere straordinariamente diverse. Non tutti i bei libri si basano sulla storia; alcuni si reggono sulla scrittura, altri sui personaggi, ce n'è di quelli che si mantegono scialbi ma riguadagnano tutta la nostra approvazione con un finale inatteso, di altri ancora non saprei dire nemmeno dopo averli finiti. È un ulteriore dato di fatto che l'interesse suscitato da un libro è funzione dei gusti e anche dell'età, il che complica la situazione... lo confesso: per il momento, ho rinunciato a capire!

Fallita la ricerca della ricetta magica, per il "Piccolo prontuario degli incidenti siderali" le scelte fatte sono state dettate dall'istinto; il racconto originale su Jonah Gallant (il nome del protagonista) doveva venire per primo, ma l'altro non poteva seguirlo immediatamente. Cosa mettere in mezzo? Per fortuna, riordinando i file sul PC, ho ritrovato BIOTEP, un testo che avevo proprio dimenticato ma che sembrava perfetto proprio perché non c'entra nulla con gli altri due.
Il mio istinto ha sempre funzionato molto male, spero che questa volta sia andata meglio!

Se state navigando su questa pagina, probabilmente mi conoscete personalmente, per quale altra ragione dovreste essere qui? Di conseguenza, è possibile che vi siate sentiti o vi sentiate in dovere di leggere "Piccolo prontuario degli incidenti siderali", quindi ho evitato ogni spoiler. Mi raccomando, se siete tra quanti sono caduti nella trappola, ditemi delle vostre impressioni: devo decidere se scrivere un altro episodio, lo scheletro c'è già, e intendo migliorare! Per chi comprasse il libro su Amazon, mi raccomando di lasciare un commento, a quanto pare è estremamente rilevante per avere un minimo di visibilità.

La copertina (e il tempo che non ho)

La prima copertina che avevo abbozzato (dunque non nella sua versione finale) è questa:

Piccolo prontuario degli incidenti siderali: bozza di copertina - 1

Una fastidiosa zanzara di nome Giulia mi ha però detto che il viola è ignobile e che ci voleva qualcosa di diverso.
A onor del vero, mi ha anche inviato un "concept" che però ho escluso in quanto avevo già avuto un'idea molto simile ma poi l'avevo scartata.
Un altro fastidioso insetto di nome Romana "ci ha messo il carico da dodici" (come si dice a Roma, non so se sia una frase comprensibile a tutti), con un commento che preferisco non ripetere.

Inevitabilmente parte il secondo tentativo; non mi piace un granché, tuttavia, messo a confronto con la bozza precedente, ha stravinto nell'opinione delle amicizie su Facebook. Ecco qui l'immagine per la seconda idea:

Piccolo prontuario degli incidenti siderali: bozza di copertina - 2

La seconda idea aveva l'approvazione di Giulia prima che ci mettessi uno sfondo giallo, ma dopo la schiacciante vittoria su Facebook proprio di questa seconda idea, il commento di entrambi gli insettucoli è stato: "Fanno schifo tutt'e due, ed era migliore la prima"!
Sul seguente commento sono d'accordo ed è la prima cosa che mi è venuta in mente: "la copertina gialla sembra adatta a un libro per bambini". Siamo in quattro a pensarlo, e temo sia così.

Devo ammettere che cimentarmi col disegno di una copertina è stato assai divertente, varrebbe la pena di scrivere un racconto soltanto per giustificare questo sollazzo!
Per chiudere, la verità è che oltre ad essere notoriamente impedito nell'accostamento dei colori, non ho il tempo materiale da dedicare alla copertina, sono stufo di rimandare una pubblicazione che era sostanzialmente pronta più di un anno fa. Sarebbe trovare l'ennesima scusa per finire all'estate e poi all'autunno e poi chi lo sa...
Jonah non se lo merita, con tutti i guai che ha passato.
Ringraziamenti
Se dovessi elencare tutti quelli che hanno contribuito alla mia passione per la scrittura, considerato che ci sono anche gli autori dei libri che più hanno stuzzicato la mia ricerca per le "buone regole" di questa arte che sembra a volte magia nera, nessuno leggerebbe la lista. Mi limiterò quindi a pochi nomi, iniziando dalla professoressa di italiano del liceo (la professoressa Antonioli) che con un bel 5 mi fece capire che si scrive per gli altri e non per se stessi*. Non ho mai capito se il voto derivasse dal contenuto o dallo stile di quel tema di cui non ricordo più nulla, sta di fatto che la misera cifra mi spinse a interrogarmi sul modo di scrivere e a demolire la pessima abitudine di produrre periodi lunghi e complessi -per fortuna, è stato il mio primo e ultimo 5 in italiano!
Ringrazio inoltre mia madre, che mi ha sempre consentito di coltivare liberamente un certo numero di hobby e con lei mia figlia Giulia, nonché Valentina e Cristiano (l'uomo in fondo per mere ragioni di galanteria); sono i quattro che hanno letto il libro prima della pubblicazione e fornito le loro preziose opinioni, spero risparmiando su ogni forma di pietà.
Infine, il primo libro che mi ha incantato per il suo stile, per quanto possa ricordare (l'ho letto tanto tempo fa, ero giovane!), è IT, di Stephen King; mi limiterò quindi a citare questo solo autore che certo non ha bisogno di introduzioni e nemmeno del mio plauso. Qualche purista della "grande letteratura" potrebbe storcere il naso, ma vi assicuro che quanto a fantasia ed eleganza nelle descrizioni King ha ben meritato il titolo di "maestro".
Va da sé che ringrazio in anticipo quanti vorranno sfogliare le pagine che raccontano del "mio" Jonah!

*Oggigiorno "se stessi" lo si vorrebbe scritto con l'accento sul "sé", ma io sono vecchio e poi trovo che le eccezioni siano tra le cose più belle cha una lingua possiede. O no?!
Saluti dal vostro Umberto Rustichelli - aka Ubi
Indice del sito