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L'immagine della mia memoria


In una vecchia collana, riguardavo gli scatti di certi autori importanti.
I loro nomi giacevano addormentati nei solai che la mente aveva sigillato un decennio fa. Ingrata, a seppellire senza titubanze uno dei periodi più felici della mio amore fatto di immagine.
Tutto è cambiato, e non tanto per l'avvento della fotografia digitale quanto per una forza endogena, inarrestabile, di stanchezza collettiva.
Nelle riviste rivedo gli stessi scatti, le stesse angolature, gli inizi mai terminati... solo il colore è mutato, drammaticamente, in peggio.

Dov'è finita la stampa artigianale? Solo all'Accademia sanno ancora cosa sia? Dove sta la tecnica della gomma bicromata? Lo studio dei colori complementari, l'uso di pellicole con la temperatura di colore sbagliata, le doppie esposizioni?
Sempre lì... sempre uguali, mai evolute.

Voglio essere testardo e andare avanti per la mia vecchia, adorabile, polverosa strada. Voglio finire quanto avevo iniziato... detesto i funerali e nessuna moda potrà seppellire le lenti che mi hanno seguito passo passo, instancabili, silenziose.


Avanti...

 

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