sito di Ubi dedicato a Roma, la Città Eterna

La tradizione vuole che la chiesa di Santa Maria in Trastevere venne fondata dal pontefice San Callisto sul luogo dove, nel 38 a.C, avvenne una prodigiosa eruzione di olio dalla terra. Poteva forse trattarsi di petrolio, in ogni caso l'evento fu in seguito interpretato come annuncio della venuta del Messia.

La chiesa si affaccia su una delle piazze più frequentate dai turisti e da romani soprattutto di sera, complice la ricca presenza di locali e la bellezza interna ed esterna dell'edificio stesso. Da non dimenticare la notevole fontana a vasca ottagonale elaborata dall'architetto Carlo Fontana nel 1692, sui gradini della quale si ritrovano giovani e meno giovani in visita a Trastevere.

Santa Maria in Trastevere

La chiesa venne costruita in forma basilicale dal papa Giulio I (fra il 337 e il 352) e modificata nei secoli IX e XIII; la forma attuale si deve alla ricostruzione del 1138-48 voluta da Innocenzo II. Nel 1702 Clemente XI commissionò la rielaborazione del portico e la modifica della facciata, progettata da Carlo Fontana; sotto Pio IX, invece, un restauro stilistico fu eseguito da Virginio Vespignani.
L'interno consta di tre navate divise da ventidue colonne antiche di granito; le colonne sostengono una trabeazione costituita da frammenti antichi che continua sulla controfacciata. Il pavimento cosmatesco, del 1200, fu pressoché completamente rifatto dal Vespignani. Il soffitto ligneo fu disegnato dal Domenichino (nel 1617) che nell'ottagono centrale dipinse l'Assunta.
Nella parte inziale destra della navata centrale si trova il tabernacolo marmoreo firmato da Mino del Reame; accanto possiamo ammirare, nella prima cappella della navata destra, "S.Francesca Romana" di Giacomo Zoboli e nella seconda la "Natività" di Etienne Parrocel. Nella testata del transetto destro è posto il cenotafio del cardinale Pietro Marcellino Corradini, attribuibile ad Andrea del Sansovino o a Michelangelo Senese.
Nella Cappella del Coro progettata dal Domenichino vi è la "Madonna di Strada Cupa", attribuita a Perin del Vaga e "Fuga in Egitto" di Carlo Maratta. Di fronte l'abside, nella navata centrale, il ciborio poggia su quattro colonne di porfido: fu realizzato dal Vespignani.
Importanti mosaici del periodo medievale (1140-43) ornano l'abside e raffigurano i "Simboli degli Evangelisti", i profeti Isaia e Geremia e i "Sette Candelabri dell'Apocalisse".
Nella semicalotta, trovano posto ancora mosaici di pregio come il "Cristo incorona la Vergine", e immagini dei Ss.Pietro, Cornelio, Giulio, Calepodio, Callisto, Lorenzo insieme a papa Innocenzo II.
Sopra queste figure troneggia "Il padiglione dell'Empireo con la mano dell'Eterno che incorona il Figlio".
Nella fascia inferiore, attorno al centrale agnello, convergono dodici pecorelle e gli apostoli, dalle città sante che simboleggiano la Chiesa.
Pietro Cavallini, grandissimo esponente della pittura medievale a Roma, ha realizzato i mosaici con le Storie della Vergine mentre a sinistra dell'abside è la Cappella Altemps, progettata da Martino Longhi il Vecchio che ospita la celebre "Madonna della Clemenza", risalente al settimo secolo.
Infine, troviamo nel transetto sinistro il monumento al cardinale Pietro Stefaneschi, la statua del cardinale Filippo D'Alecon e una rara testimonianza romana di Palma il Giovane con "Il Martirio dei Ss.Filippo e Giacomo".
Passando alla navata sinistra, osserviamo la Cappella Avila, la cui cupola fu decorata da Antonio Gherardi, la tomba di Innocenzo II, eretta dal Vespignani nel 1689, lunette e pala d'altare di Ferrau Tenzone.
Si nota che nel battistero disegnato da Filippo Raguzzini nel 1741, fu scoperto sotto il pavimento (1920) l'ambiente di una domus romana.