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In attesa dell'estate

Novembre e Dicembre 2001, Gennaio, Febbraio, Marzo, Aprile 2002

Ancora una volta sotto la scure del tempo-che-manca, il vostro Ubi si sforza comunque di ragguagliarvi sulle giornate più salienti di questo periodo breve, intenso e snervante.

Per partire da quanto di più recente, qualcosa su come ho passato il ponte del 25 aprile, tra Todi, Spoleto e Orvieto.

Una nota di soddisfazione, soprattutto per Emiliano Ippoliti, ma anche per me che vengo ringraziato, in un suo articolo su Visual Mathematics: lui ha pensato, filosofeggiato e fatto matematica, il sottoscritto i programmini che tracciano i diagrammi (che però non sono quelli sul sito).
Il testo è frutto del dottorato di Mr. Ippoliti, e mi ha regalato lunghi pomeriggi di piacevoli conversazioni sul senso delle cose.

Passando alle gustose avventure fotografiche, il boss ci ha fatto un bel regalo: uno scanner nuovo per le diapositive, che non è affatto male. Soprattutto, ne prende quattro alla volta, e questo riduce di gran lunga i tempi di acquisizione per il nostro (di Fernando e mio) sito che un giorno nascerà. Andate su foto.srd.it, cercate la pagina di ricerca e inserite "ireland". Quando ci saranno circa mille immagini in tutto, il sistema partirà ufficialmente; per ora è solo abbozzato.
Davvero, non potrei abbandonare il mio amore per l'immagine.

La prima uscita che ricordo dall'ultima gazzetta è quella di San Valentino, giorno nel quale, per mostrare la mia proverbiale agilità, ho portato Romana a pattinare sul ghiaccio. Et voilà, tra un'aggrapparsi all'altro al muro di cinta, mi lancio infine al centro della pista con stile inconfondibile, presentando il miglio pezzo del mio repertorio: andare dritto finché non arriva il muro, fermarmi e ripartire.
Una, due, dieci, venti volte, finché non riesco anche a curvare e seguire il tracciato. Una, due, dieci volte... ebbene sì, mi sento pronto per Lake Placid e calco il palcoscenico con grande sicurezza. Poi... "thu". O forse era "toff". No, meglio, il suono del grande botto era "scisc... bra". Un decimo di secondo e i pattini mi scivolano dietro la schiena, routo in avanti come un salame e sfracello sul ghiaccio duro come il cemento, nell'ordine: guancia sinistra, spalla destra, ginocchio. Il suono, secco ma forte da sentirsi fino a Modena, attira gli sguardi attoniti di due belle fanciulle locali (no, dico, ma dove stavano quando stavo ancora in piedi?). Il tonfo è stato davvero notevole, tanto che leggo nei loro occhi le fatidiche domande: "si rialzerà?", "finiremo sul TG regionale?", "e se si rialzerà, ricorderà qualcosa?". Ebbene, mi rialzo, e vedo Romana accorrere: "Stai bene?".
"Sì, sì, benissimo". Dico due "sì" perché mi sembra di vedere due Romane, meglio essere gentile con entrambe...
"Vuoi mettere?". "No, no, facciamo ancora qualche giro (tanto mi sembra già di girare da fermo)".
E così riprendo, completo un'altra ventina di giri -innegabilmente divertente- fino al secondo schioppo. Meno disastroso, ma più convincente. Abbandono soddisfatto la pista con uno sfregio sulla guancia; potrò dire di averlo preso a Saigon.

Degna di nota la gita quasi campestre con Vale, Giorgia, il Nennix, Marzia, Stefano e PAIP. Accontentando l'ultima, raggiungiamo l'amena abbazia di Farfa, meraviglioso borgo in cui tempo sembra essersi fermato. L'unica nota stonata riguarda l'orripilante paesaggio che precede la località, praticamente butterato di villettine appariscenti che hanno devastato ogni fazzoletto di terra verde a disposizione fino alla valle, risparmiata, della nostra meta. Inutile ogni commento sullo stato della provincia di Roma in generale. Se penso che nella campagna romana venivano i paesaggisti di tutta Europa...
Lasciato il borgo, si vuol decidere per il pasto. Panini? Raccogliamo un'unica obiezione, di Giorgia, che sogna un romantico ristorante (unica, precisa alternativa: i panini vanno bene ma solo se c'è la porchetta). Non capisco bene perché, ma Giorgia ha la meglio e partiamo per una estenuante ricerca di un posto adatto nella direzione di Palombara Sabina, che mi interessava ma che non abbiamo fatto in tempo a raggiungere.
Dopo esserci inoltrati per un sentiero sterrato come indicato da Marzia e Vale, al terzo chilometro di buche -il paesaggio, però, era sorprendentemente bello-, il Nennix decide di telefonare all'agriturismo per sentire se risulta aperto. Mentre la voce ci informa che la risposta è "N-O", Marzia, Vale e compagnia ci superano starnazzando: "Ciao, ciao!!!", mimando un improbabile sorpasso da Formula Uno.
Inutile dire che ci siamo fermati dove eravamo e le abbiamo lasciate arrivare fino alla cima della collina e disintegrare le sospensioni. Perché affannarsi?

Perse tutte le mostre d'interesse che ci sono state a Roma, mi posso consolare con "Il trionfo del colore - Collezione Carmen Thyssen-Bornemisza", sufficientemente straordinaria anche se nel mentre mi sono fatto sfuggire Cezanne, Grosz, Klimt e quanti altri. Sic!

Il libro del mese è "11 settembre - le ragioni di chi?", che raccoglie interviste a Noam Chomsky, "scomodo" giornalista americano, già linguista di fama internazionale, riguardo l'attentato alle torri gemelle e ai numerosi argomenti legati al terrorismo che ha sempre trattato.
Sebbene egli abbia detto molto di più e le sue analisi e conoscenze della storia USA siano immense, è rimasto particolarmente famoso -e indigesto- per aver evidenziato da anni come gli Stati Uniti siano uno stato criminale e terrorista sia secondo le definizioni degli organismi internazionali, sia secondo quelle utilizzate nelle sue stesse leggi (nel Codice e nel Codice Militare, per l'esattezza).
Interessanti alcune verità abbastanza palesi sempre taciute, per esempio che gli USA sono l'unico stato della NATO richiamato dalla Corte Internazionale per uso illegale della forza, che ha peraltro bellamente ignorato la condanna. Usando il potere di veto, con l'appoggio esclusivo di Israele in tutto il globo (unico voto nell'ONU), gli USA se ne infischiarono per due anni di fila delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza sterminando decine di migliaia di persone in Nicaragua.

Ma uno dei leit-motif che più dovrebbe far riflettere è la quantificazione dell'odio diffuso nel mondo verso gli USA, e che questo va nettamente distinto dal disprezzo per il mondo occidentale in genere: sebbene l'intero occidente sfrutti in vario modo i paesi poveri, il suo vero braccio armato, nonché sede delle maggiori multinazionali, è sempre stato quello statunitense, direttamente e indirettamente.
Chomsky sottolinea come nel mondo arabo, che vive in primis e dal vero le violenze americane, sono milioni le persone che, anche non approvando l'operato di Bin Laden, ne comprendono e sentono proprie molte sue argomentazioni.
Se dovessi personalmente fare questo conto, aggiungerei anche i non arabi che sono nella stessa condizione, e il numero di quanti detestano profondamente gli USA supera probabilmente il miliardo.

Ma quali sono queste grandi colpe? Distinguiamo facilmente due situazioni: quelle di sfruttamento, spesso non ben identificabili e a volte imputabili alle multinazionali molto più che a una nazione in sé, e quelle di intervento militare diretto e indiretto.
Queste seconde, che hanno provocato danni gravissimi e ben più estesi del caso delle torri gemelle, ci vengono in parte illustrate da Chomsky. Ne annoveriamo qualcuna:
  • Lo sterminio di centinaia di migliaia di civili in Indonesia, volute da Suharto dal 1965, uomo appoggiato e osannato negli USA, al quale venne fornito supporto diretto per la creazione di un esercito e la conduzione delle stragi.
  • La distruzione della fabbrica di medicinali di "Al Shifa", in Sudan, con conseguenze drammatiche per centinaia di migliaia di anime (decine di migliaia nell'immediato). Il computo dei danni è praticamente impossibile, e il paese non ha più avuto modo di risollevarsi dal durissimo colpo (l'impianto forniva la metà dei medicinali a disposizione nel paese, ed era specializzato nel settore delle malattie tropicali come pure del bestiame)
  • Negli anni Novanta, sotto l'ala protettrice di Clinton, il genocidio dei curdi in Turchia procede con armi fornite all'ottanta percento dagli Stati Uniti
  • Svariati attentati terroristici. Nel 1985 Reagan fa scoppiare un'autobomba fuori di una moschea per colpire un leader religioso. Manca il bersaglio, ma ci sono 80 morti e 250 feriti e la bomba venne fatta esplodere appositamente in un'ora in cui avrebbe colpito più persone possibile
  • Il già citato intervento in Nicaragua (se tutto il mondo votò contro, inclusi i paesi NATO, ci sarà un perché...)

Da sole, sono sufficienti a far capire il perché di tanto rancore. Gli unici a non rendersi ancora conto di queste cifre, e sono cifre pesanti, sembrano essere proprio gli abitanti di quella simpatica federazione.

Interessante anche come tra le peggiori stragi appoggiate dagli USA, molte siano avvenute con i governi di Clinton. Sebbene egli detenesse la minoranza in Parlamento e quindi abbia dovuto cedere a molti compromessi, Chomsky dubita che si possa attribuire a questo fatto tanta importanza.
Altrettanto interessante, Chomsky anticipa di vari mesi un dibattito molto sentito negli Stati Uniti, facendo notare che più volte la CIA ha rifiutato dati su Al Qaeda e altri gruppi terroristici, offerti in cambio di un po' di pace (per esempio, nel caso della fabbrica di Al Shifa, ma gli USA preferirono la sofferenza di masse di innocenti ad una lista con tanto di nomi e foto) e che ha finanziato per anni il terrorismo islamico a propri fini, fino a ospitarne figure di rilievo sul proprio territorio.
Estendo il discorso sugli USA e soprattutto su Israele a parte, perché a febbraio stavo finendo un pezzo a riguardo.

Chomsky presenta chiaramente questi fatti che vedono gli USA coinvolti in torbide manovre in almeno metà del globo, anche se il libro, in quanto ottenuto come selezione di interviste non è né organico né segue un filo preciso. Risulta spesso ripetitivo, tuttavia riesce nell'intento di agghiacciare con cifre reali che pure sembriamo ignorare come se vivessimo in un altro mondo... e in un certo senso è così.

Il tè del mese? Difficile l'assegnazione del secondo posto in quanto ne ho ricevuti tanti (grazie, ragazzi: per il Green di mio fratello, il Darjeeling di Emiliano e PAIP, ecc...); ma per il primato non ho dubbi: il tè al cardamono proveniente da Dubai, consegnatomi dal Nennix, non ha rivali.

Per il film del mese, mi limito a segnalare due pellicole in DVD molto interessanti per quanto particolarissime: "Big Night" e "Il viaggio di Felicia", dei quali troverete una brevissima recensione nella sezione apposita. Il doppiaggio italiano del secondo l'ho trovato tuttavia inadeguato, vale la pena vederne qualche scena in lingua originale per capire di cosa sto parlando.
Il ristorante del mese, senza dubbio, è "Ristorante Alessandro" (P.za Cavour 3, Rignano Flaminio). Vale il viaggio: menu fisso, prezzo medio (comunque non alto rispetto al menu), qualità e quantità da baccanti, varietà notevole e ambiente molto, molto curato. Ve lo consiglio dopo una corroborante escursione al Monte Soratte.

Per chi invece si trovasse nei pressi di Orvieto e Todi, ancora nessun dubbio e ancora menu fisso: "Il Casanova", agriturismo che si affaccia sulle acque di Corbara in località "Civitella del Lago" - Baschi (TR); qui mangerete sano e abbondante (anche se non in modo vario come da Alessandro) piatti -mi vien da dire- tipici di un agriturismo: affettati, tagliatelle, grigliata di carne, insalata, ecc...

Per questa volta è tutto.
Prometto di non occuparmi di politica (chissà quante volte ho già disatteso questa promessa) nella prossima, mi rende acido.

Cordialmente,

                      vostro Ubi

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