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Todi, Spoleto, Orvieto: brevissimo resoconto di una gita che vale la pena di fare



Dove alloggiammo

Per due notti, ci siamo fermati in un Hotel-villa sul lago di Corbara, con panorama decisamente allettante specialmente la mattina. Non scendete sulle rive del lago, non almeno nei pressi di Corbara, perché restereste profondamente delusi dalla quantità di immondizia ferma sulla sabbia. Accontentatevi della vista e fate finta di niente, persistete nel sopprimere inevitabili giudizi sulla qualità della razza umana.

Dal lago si vedono una diga di generose dimensioni e dolci colline; proseguendo verso Todi si persorrono le sponde del tevere e in alcuni tratti il bacino, dove semi-asciutto, crea notevoli paesaggi.

Cosa trovammo in Todi

Nostra prima meta, anche la migliore.

Tragitto: via Orvietana, porta Orvietana, teleferica, via Ciuffelli, chiesa di San Fortunato con i suoi giardinetti e scalette, Fontana Cesia, Duomo, fonte Scannabecco, parco nel Borgo di Porta Fratta (dietro San Fortunato, da cui eravamo partiti).

Metto Todi in testa al resto per una semplice ragione: è la meno modernizzata delle tre e conserva la sua sostanza di borgo. Ci si sente davvero in un altro tempo e circondati di pietra antica, mai corrotta, mai offesa.

San Fortunato è davvero bella, per la sua semplicità, eleganza, purezza. La pietra bianca e rosa di cui Todi è fatta viene usata al meglio qui come alla fonte Scannabecco.

Davvero un posto speciale, mi raccomando, da non perdere!


La fonte Scannbecco a Todi


Spoleto (fu Spoletium)

Tragitto: Rocca Albornoziana, Ponte delle Torri, Duomo e p.za del Duomo, teatro romano.

Spoleto è una mezza città, si passa continuamente dal nuovo all'antico e viceversa. Caotica più che mai nelle festività, non è in grado di dare le stesse sensazioni che un gioiello come Todi offre.
Eppure, lasciato il versante del monte su cui sorge per trovarsi in quello del Ponte delle Torri, tutto cambia.
Nulla più ci disturba e la vista della Rocca, del monte opposto, del Ponte, sono superbe.


La Rocca Alboronziana

Il Duomo merita una menzione particolare riguardo il porticato. Sembra costruito per fotografarvi le persone. Il modo in cui riflette e diffonde la luce al suo interno, con le tinte bianche e l'onnipresente, leggerissimo rosa, nonché grazie agli sfondi spartani ma eleganti, fornisce un ambiente straordinario.
C'è una scaletta che finisce sull'apertura di una finestra dalla quale, in certi orari, arriva diretto il sole. Su quelle scalette, qualsiasi persona o cosa sembra bella. Io amo quel posto. Se fossi un fotografo serio, ci porterei apposta i miei soggetti.


Il Ponte delle Torri


Orvieto, ove con gioia gozzovigliammo

Giungiamo a Orvieto con me solo in condizioni fisiche ottimali. Le altre due sono ridotte uno straccio dal freddo e dalle intemperie.

Per questo, ci limitiamo ad un'occhiata al e dal Belvedere, percorrere in fretta via Cavour e dare un'occhiata al Duomo. Superbo fuori come dentro. Dovreste davvero andarci, sissignori, non potete perdervi né la passeggiata, né le botteghe, né la chiesa.
Ci vuole talmente poco da Roma, che non so perché nessuno mi ha mai vivamente consigliato quel posto.

La parte antica di Orvieto rimane ben staccata dalla nuova, e questo la salva dall'intruglio spoletano, anche se può capitare di incontrare traffico nel raggiungerla.

Troverete produttori e venditori di formaggi e salami prelibati in tutti e tre i comuni, quindi dateci dentro. Unica nota importante: occhio ai prezzi! Capita di trovare a Roma gli stessi identici prodotti a prezzi che possono essere anche un terzo di quelli che vi proporranno in loco (ho confrontato il prezzo di un ottimo olio che, per purissimo caso, ho comprato una settimana prima al supermercato!), quindi non abbiate fretta... pensateci!

A presto!

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