Home di Umberto Rustichelli (Ubi) Thailandia: inizio indietro avanti


Il mondo di JB -segue



E' bello vedere che, pur con mille contraddizioni, la nazione si sforza di crescere in modo armonico, forse come l'Italia di cinquanta anni fa, ma con qualche nozione acquisita in più. Il caso del trattamento riservato agli elefanti è sintomatico: il settanta percento di essi è oggi dotato di un chip che ne permette l'individuazione in tempo reale. Gli elefanti vengono addestrati in centri specializzati, imparano a trasportare i tronchi perché sono tuttora usati a questo fine, oltreché per portare sorridenti turisti a spasso. Quando sono vecchi, gli stessi centri si fanno ospizio. Tramite il sistema di localizzazione, vengono ritrovati anche quelli che gli sciagurati padroni abbandonano, una volta che non possono reggere la fatica, e vengono riportati nei centri per godere del riposo del pensionato.



Ma sarebbe bello se fosse tutto qui... si scopre poi che gli elefantini vengono allontanati con violenza dalle madri e sottoposti a torture perché riconoscano in fretta la supremazia della razza umana e soprattutto il comando del famigerato uncino che viene loro piantato sotto le orecchie per guidarli.
Il mio era un viaggio organizzato e regalatomi, ma invito chiunque a cancellare le visite ai centri che usano gli elefanti.
C'è una coscienza ecologica, insomma, ma fino ad un certo punto. Un altro esempio: il tek naturale è quasi introvabile... e costosissimo. In teoria è intoccabile, ma di notte arrivano per tagliare gli alberi e non si riesce a prenderli... un po' come i bracconieri. Ancora, dunque: una coscienza ecologista esiste, ma solo per alcuni. Tuttavia, per una nazione a questo stadio di sviluppo è lodevole.

Non so quanto JB possa averci mentito sul suo paese... Ho certo dei dubbi sul suo modo di dipingerlo, ma anche ad una più attenta osservazione, per quel poco che ci riesce, ci sembra sincero.

Arriviamo a capire che la Thailandia sia ben lontana dall'essere quel mondo orribile di cui ci parlano, con ovviamente tutti i "ma" e "se" del caso (elefanti maltrattati? E i nostri cani che combattano a morte?), e si sforza di ripulirsi. "Qui la polizia è come la mafia" ci dice JB. "Anche da noi, spesso" -ci affrettiamo a rispondere: non è propriamente questa una misura di civiltà.

JB sostiene che la Thailandia è cresciuta felicemente a differenza dei vicini per una semplice ragione: non è stata colonizzata, è cresciuta con le proprie forze e sulla base delle proprie scelte. Il che la dice lunga su quanto gli europei prima e gli statunitensi colonizzatori possano aver fatto di bene nel sud-est dell'Asia: nulla.


I thailandesi sono piuttosto religiosi, anche per i nostri standard.
E anche decisamente tolleranti; dipende anche questo da una (recente) storia pacifica?



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