Scampagnata in Irlanda

I personaggi
Giorgia Andrea (Nennix) Romana ("Il Gatto", dice lei) Umberto (Ubi)



Strani compagni d'avventura

Canto I - La natura

Elle et essi giaceano pigramente sulle bianche sabbie di un luogo incantato, di fronte al mare placido e benevolente, turchese, blu e brillante. La brezza carezzava le onde in un gioco senza fine e la compagnia beveva gaiamente alla fonte delle mille bellezze.
D'un tratto, un'amorevole creatura s'appropinquò et in modo gentile e modesto, manifestò la sua gioia nell'incontrarli. Ubi cedette una porzione del lauto pasto e la creatura canina, scodinzolando e curiosando, volle manifestare la sua gratitudine con un dono. Il Nennix allora disse:
-Romana... attenta al cane: te la sta facendo addosso!
-Cosa!? Che! Ah! Buaaaaahhhhhh!!!!
Elle et essi s'affrettarono a lasciare il loco, mentre la più soave di tutte le fanciulle lanciava invettive contro la razza canina, l'urina, le merendine, il suo compagno, la terra delle fate, i cattivi, i mafiosi, le stelle e tutti l'altri membri del creato.


Coral Beach

Canto II - Il ventre alieno

Ma altri episodi li attendevano, come per esempio l'agghiacciante blocco dei circuiti del Nennix. Questa creatura, che come sanno gli adepti del Liceo Farnesina è in parte costituita di circuiti al silicio, ha il vizio di bloccarsi quando le vengono poste alcune particolari domande. Una per esempio, è: -Va bene se ci vediamo qui alle otto?-

Probabilmente, l'innocente lettore ignora l'impressionante numero di possibilità che la mente del Nennix percorre prima di formulare la risposta. Egli, il lettore, si limiterebbe ad escludere molte casistiche che invece il Nennix porta in conto. Per esempio, cosa succederebbe con la caduta di un meteorite in grado di creare una grossa frattura nella crosta terrestre e di separarci ai lati opposti della strada spaccata? Saremmo ancora in grado di incontrarci per le otto? Niente paura, basta al Nennix un quarto d'ora d'elaborazione per concludere la sua risposta!
Ma ciò che lo ha messo davvero in crisi è stata la bella Clifden, località piena di ristoranti. Provate a immaginare venti ristoranti, ciascuno con circa venti pietanze offerte a venti prezzi diversi e il Nennix pronto a ordinare due diverse portate. Il numero delle combinazioni possibili avrebbe messo a terra chiunque, ma noi ce la siamo cavata accompagnandolo per mezzora lungo i due viali principali (lo spazio complessivo occupa al massimo un campo di calcio), rifacendo il percorso per una seconda e più oculata valutazione, ammirando i diversi caratteri con i quali sono stati scritti i menu affissi agli ingressi.


Un gatto (?) nel fare shopping a Clifden

Canto III - "Furbo come un gatto"

Ma anche Romana, in fatto di cibo, ha gusti piuttosto precisi... e così, durante un'abbondante colazione, nota con disappunto che è finita la marmellata di fragole e rimane solamente quella all'arancia. Trovandoci noi quattro soli nell'allegra sala del bed&breakfast, si guarda attorno furtiva, si alza senza drizzarsi e procede di soppiatto, tenendo sempre d'occhio la porta che potrebbe aprirsi da un momento all'altro, infine raggiunge in punta di piedi il tavolo opposto. Certa della propria impunità e dell'abile manovra, rapisce le marmellate rosse e le sostituisce con quelle all'arancia. Infine, con scatto felino, torna al suo posto, fiera dell'operazione.
Tutto questo, trascuravo di dire, sotto gli occhi increduli della nipote della padrona di casa e di due simpatiche avventrici (tedesche?): il trio non era alla porta bensè alla finestra, proprio di fronte al tavolo svaligiato. Vabbeh. Romana si è colorata di rosso per l'imbarazzo e per un certo tempo non ha fiatato.

Quanto a me, ben lungi dall'immunità in fatto di tòppe clamorose, lascio ad Andrea il compito di descriverne a volontà, semmai ne avrà il tempo.


Mappa del viaggio -molto approssimativa

Bando agli aneddoti!
Il viaggio del 2001 è questo! Dopo vari anni passati a stimare la Scozia ben al di sopra della sorella, l'isola di Smeraldo, mi sono ricreduto visitando il Connemara, una regione a ovest leggermente montagnosa -leggermente è il massimo che si possa dire, una cima non sanno nemmeno cosa sia, da quelle parti-.


Un lago nel Connemara

Indubbiamente, all'Irlanda mancano i castelli; un tizio mi ha dato la sua versione: gli inglesi li hanno distrutti tutti. Inoltre è indubbio che l'area capace di dare grandi emozioni è più limitata; tuttavia, il vantaggio dell'Irlanda sulla Scozia è che risulta molto più visitabile: le distanze sono inferiori e con una macchina ci vuole poco a girarla. La Scozia, con la sua forma allungata e Edimburgo lontana dai luoghi più interessanti, richiede più pazienza... molta più pazienza.

La gita inizia con tre giorni a Dublino; prima tappa: Phoenix Park. E' un parco cittadino molto grande a nord della capitale -credo tuttora il più grande d'Europa- e conviene passeggiare nelle parti meno frequentate perché facilmente si incontrano i daini allo stato libero. Fino a una decina di metri da loro si riesce ad arrivare, e gli erbivori non se ne curano più di tanto.

All'aeroporto affittiamo una Fiat Punto rossa, che miracolosamente rimane intatta. Un consiglio per chi si reca a Dublino in alta stagione: all'aeroporto le macchine si trovano sempre: ora sapete dove andare se in città scarseggiano.
Conduciamo il bolide verso Galway, ottimo punto di partenza sia per il Connemara che per le arcinote Cliffs (scogliere) of Moher.


Veduta dell'area portuale di Galway

Galway ha un centro molto vivace e trafficatissimo, pieno di ristoranti, negozi e negozietti. A completare il quadro, ci si mettono le classiche colorazioni allegre delle case nei paeselli del nord e tanti cigni bianchi nel porto.
Romana e io passiamo la notte in tenda, Andrea e Giorgia in un bed&breakfast.


Galway: i cigni!

Da Galway, comincia la parte migliore del viaggio: proseguiamo lungo costa per giungere ad un primo tratto di valore, che ha la sua parte migliore intorno al villaggio di Carna (bisogna lasciare la strada principale per un po'). Le spiagge sono favolose, bianche, circondate di prati e mucche. Qui Romana fa la conoscenza con il cane del primo episodio "simpatico" -diciamo così- del pellegrinaggio. Peccato: si stava cosè bene. Inutile dire che mi sono fatto un bel bagno nell'oceano, e ne è valsa la pena.

Prossima meta: Kylemore Abbey e il villaggio di Letterfrack. Se a Dublino è pieno di italiani, il Connemara è anche peggio (o meglio, dipende dai punti di vista), ma non si vedono perché tutta la zona è abbastanza deserta. I bed&breakfast sono immersi nel verde e se abbiamo trovato posto senza prenotare ai primi di agosto significa che c'è quasi sempre. Siamo stati presso "Argoonee", che significa "la nostra casa". Inutile dire che l'accoglienza e il luogo fossero... beh, ragazzi: lo sapete quanto mi piacciono quei posti...

L'abbazia di Kylemore si specchia su un lago; la parte interna visitabile è piuttosto limitata ma l'ambiente esterno superlativo. Per la cronaca, la magione fu in origine regalata da un tizio alla moglie. Non sapeva come spendere una ricca eredità... et voilà!


Un ospite in visita all'abbazia

La mattina successiva ci attende una salita -difficoltà zero- per il monte Tully; dalla cima si possono vedere tutti i colori a disposizione di Madre Natura: varie tinte di azzurri e verdi per il mare, altri verdi per le valli, una ricca tavolozza nche per il cielo. Al ritorno dal monte proseguiamo facendo un lungo giro che ci porta prima in riva al mare in un luogo paradisiaco all'estremo nord del Connemara, poi a costeggiare un pacifico loch dentro una valle color piombo, cenere e verdone; non saprei dirvi esattamente il percorso, comunque ciò che conta è che, all'apice del tutto, dove si presentano insieme i migliori elementi per una foto superlativa, finisce il rullino e bestemmio in tutte le lingue a me note.


Bastava salire...


...ancora salire...


...ancora salire...

Il giorno successivo -se ben ricordo l'ordine degli eventi- ci spostiamo in un B&B lungo la "Skyroad" di Clifden; la percorriamo in tre disturbati da una pioggerella leggera mentre Andrea fa ciò che preferisce in assoluto: giocare col telefonino e l'autoradio.
Serata a Clifden, allegro e caratteristico paesello con bellissimi negozietti. I maglioni ci sembrano leggermente meno cari che a Dublino, e comunque fa molto piacere comprare la lana dove davvero la lavorano.

Un altro giorno: scaliamo i Twelve Pins, per gustare panorami da capogiro. Piccola nota: sulla cima del monte ho trovato un minerale, che assomiglia al realgar. Ci sono tra voi esperti che mi saprebbero dire meglio cosa sia?


Veduta dai Twelve Pins

Per Romana e Ubi, la gita finisce qua. Al contrario, Giorgia e Andrea proseguono per le Cliffs of Moher e ancora per Sligo, che mi dicono (e non saranno gli unici) essere bellissima. Andrò anche là, mi riprometto.


Le pupe

A presto


    Ubi

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